3 minuti per la lettura
Adazi (Lettonia), 24 dic. (askanews) – Non solo ai 7.000 militari italiani all’estero, ma a tutti coloro che – in servizio – passeranno il Natale lontano dalla loro famiglia. La vicinanza dello Stato Italiano, della Repubblica, è testimoniato dal ministro della Difesa Guido Crosetto presso la base di Adazi, in Lettonia, dove ha deciso di essere presente il giorno della vigilia di Natale. “Sono settemila che trascorreranno il Natale all’estero e ce ne sono migliaia che lo trascorreranno fuori casa in Italia”, ha ricordato il ministro, che ieri era in un’altra base nell’Est Europa: quella di Malbork, in Polonia. Anche là, uomini e donne della Difesa impegnati in missioni che garantiscono la sicurezza e la libertà dei Paesi Nato.
“Qui visitiamo contingenti lontani migliaia di chilometri ma in Italia ci saranno quelli che lo trascorreranno nelle stazioni, per le strade per garantire la sicurezza, così come gli infermieri, i medici, così come molti altri che operano per tutti noi”, ha detto il ministro. “Io sono venuto oggi per testimoniare la vicinanza dello Stato e della Repubblica a coloro che la servono e per farlo sacrificano la loro famiglia anche nei momenti più belli come il Natale”.
Come ha detto Crosetto ieri, da Malbork, “il lavoro che fate voi qua consente al nostro Paese di avere riconoscenza da altre nazioni”. In Polonia i militari italiani sono impegnati in missione di “Enhanced Air Policing” che assicura l’integrità e la sicurezza dello spazio aereo del Paese, contribuendo così al rafforzamento della postura di deterrenza sul fianco nord-orientale della Nato.
Secondo Crosetto “noi siamo qua per garantire un assetto di deterrenza e di difesa a qualcosa che è più grande dell’Italia. È la Nato. Lo stiamo garantendo a una nazione che lo sente e lo percepisce con molta più forza forse di come voi stessi vi rendete conto. Per Paesi come la Polonia, la Lettonia, tutti i Paesi della parte Est dell’Europa, in questo momento la storia è a un punto di svolta: loro sono spaventati. Noi non riusciamo neanche a cogliere l’atteggiamento che loro hanno dopo quello che è successo in Ucraina”.
Oggi in Lettonia il ministro ha prima incontrato a Riga il collega lettone Andris Spruds, e poi alla base di Adazi ha reso omaggio ai Caduti delle Forze Armate lettoni, con la tradizionale deposizione della Candela, e ha incontrato le donne e gli uomini del Task Group Baltic, il contingente militare italiano impegnato nell’operazione Baltic Guardian, missione di Enhanced Forward Presence sul fianco est dei Paesi Nato. Un fianco che con la guerra in Ucraina è inevitabilmente sotto i riflettori, oltre a quello mediorientale sempre più complesso.
E a proposito di Kiev e delle indiscrezioni più recenti sulle intenzioni del Cremlino, uscite sul New York Times, oggi Crosetto nel punto stampa con i giornalisti italiani, ha dichiarato: “Penso che i messaggi arrivati dalla Russia in questi due anni sono stati spesso contraddittori”, ha detto il ministro. “Fin quando non sento (Vladimir) Putin dire che vuole una tregua, che vuole cessare il fuoco, non ci credo. Poi più che annunciarlo, vorrei che prima ci fossero 24 ore, o 48 o 72 ore senza che i missili cadano sulla testa dei civili e dei militari ucraini”. Per poi aggiungere: “Come direbbe (Vujadin) Boskov “credo in una tregua quando non cadranno le bombe”.
(di Cristina Giuliano)
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA