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Roma, 6 set. (askanews) – Applausi in conferenza stampa, alla Mostra del cinema di Venezia, per Matteo Garrone che con “Io Capitano”, quinto film italiano presentato in Concorso, racconta l’Odissea contemporanea di due ragazzi senegalesi che partono con il sogno dell’Europa e una vita migliore, affrontando un lungo viaggio dall’Africa attraverso il deserto, i centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare.

“L’idea di partenza era raccontare una sorta di controcampo rispetto a quello che vediamo da decenni: barconi che arrivano nel Mediterraneo, a volte li salvano, altre no, c’è la conta dei morti, si parla di queste persone come numeri e si perde di vista quello che c’è dietro, le persone con i loro sogni e desideri – ha spiegato Matteo Garrone – volevo mettere la telecamera dall’altra parte, dall’Africa verso l’Europa e raccontare il loro punto di vista, cercare di dare forma visiva a quella parte di viaggio che spesso non si conosce o non si racconta. Il loro è un viaggio epico e un racconto di formazione allo stesso tempo, ho cercato di raccontare anche i loro stati d’animo, dall’euforia quando credono di essere a un passo dalla meta, ai momenti di disperazione”.

Garrone affronta una delle tante forme di migrazione di oggi: “Quella legata ai giovani, di cui si parla poco; il 70% degli africani sono giovani e tra loro c’è chi è disposto a rischiare la vita per cercare un mondo migliore, scappando spesso da una povertà anche dignitosa ma per coronare un sogno, come una professione. Questo per me è un tema che mette in luce una profonda ingiustizia: molti ragazzi africani si chiedono perché dei loro coetanei possono andare nei loro paesi liberamente, spesso parlando la loro lingua, e loro non possono fare ugualmente in Europa”.

La sceneggiatura è partita da un grande lavoro di documentazione. “Abbiamo potuto lavorare con dei ragazzi che hanno vissuto realmente quell’esperienza di viaggio – ha spiegato il regista – siamo rimasti fedeli il più possibile ai loro racconti”. E a Venezia, oltre agli interpreti Seydou Sarr, e Moustapha Fall, c’era anche Mamadou Kouassi che ha collaborato alla scrittura, avendo vissuto vent’anni fa personalmente con suo cugino quel viaggio, i pericoli e la detenzione.

Garrone ha anche detto che la storia di questi due ragazzi che partono per inseguire un sogno con ingenuità e purezza, pur sapendo dei pericoli che li aspettano, gli ha ricordato un po’ il candore di “Pinocchio”, suo ultimo film. “Io capitano” esce domani in 200 sale e l’ad di Rai Cinema, Paolo Del Brocco ha commentato: “Per la prima volta abbiamo deciso di farlo uscire in lingua originale, a tutto c’è una prima volta e abbiamo pensato fosse l’occasione giusta per apprezzare ancora meglio un film straordinario”.

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