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Roma, 24 gen. (askanews) – Donald Trump ha vinto le primarie repubblicane in New Hampshire, in un duello con Nikki Haley che lo proietta verso una nuova nomination repubblicana per la Casa Bianca. La sfidante però non molla. L’ex governatrice del South Carolina guarda alle primarie nello Stato da lei guidato dal 2011 al 2017, in calendario il 24 febbraio, come una chance di rilancio. I media americani e diversi analisti fanno notare che sarà l’ultima occasione e che i candidati non in carica e vincenti in Iowa e New Hampshire, nella storia elettorale americana, hanno sempre vinto la nomination per la Casa Bianca. Come sintetizza Cnn: Nikki Haley sta combattendo contro la storia. Intanto il team elettorale di Joe Biden si mobilita per un nuovo duello con il tycoon, il prossimo novembre.

Nel New Hampshire Trump ha vinto ma avrebbe voluto vincere di più: è arrivato al 54,% dei voti secondo gli ultimi dati aggiornati dal New York Times – ma i commenti dopo i risultati hanno lasciato trasparire un certo disappunto. L’ex presidente ha definito Haley “un impostore” accusandola di avere rivendicato la vittoria malgrado sia andata “molto male”. In realtà l’ex governatrice ha ottenuto un risultato migliore rispetto a diverse previsioni, distaccata da Trump di ‘soli’ 11 punti percentuali (ha ottenuto il 43,1%). Nella notte ha parlato molto presto, quando i primi risultati erano per lei più favorevoli, come previsto, in quanto in arrivo dai principali centri urbani. Il messaggio implicito è: niente di inatteso stanotte, vediamo tra un mese in South Carolina.

Trump è apparso molto irritato e ha invitato due ex aspiranti candidati alla presidenza – l’imprenditore Vivek Ramaswamy e il senatore della Carolina del Sud Tim Scott ad attaccare Haley dal palco post-primarie. “Stanotte abbiamo visto America first sconfiggere America last”, ha scandito il businessman, giocando sullo slogan trumpiano “Prima l’America”. Niente di nuovo.

Insomma Trump avrebbe voluto un risultato più netto, per considerare chiusa la questione del candidato repubblicano alle presidenziali di novembre. Come ha commentato Julie Chavez Rodriguez, manager della campagna di Biden, l’ex presidente repubblicano “non ha affatto chiuso” la nomination. “La corsa non è per niente finita, ci sono ancora decine di Stati”, ha affermato da parte sua Haley.

Haley non parteciperà ai caucus del Nevada l’8 febbraio (parteciperà invece alle primarie dello stato, il che non le porterà a vincere alcun delegato). La sfida probabilmente decisiva sarà in Carolina del Sud, ma nei prossimi giorni, fa notare Cnn, probabilmente si ritroverà sotto grande pressione sull’opportunità di restare in gara. La sua campagna ha comunque annunciato la decisione di investire 4 milioni di dollari per spot tv nella Carolina del Sud.

Haley ha usato il suo discorso nella notte per martellare sui punti deboli di Trump, definendolo il candidato ideale dei democratici, “l’unico repubblicano del Paese che Joe Biden può sconfiggere”. Perché se l’ex presidente è in forte vantaggio nelle primarie Gop, i sondaggi indicano che la sfidante farebbe meglio in un ipotetico confronto elettorale con Biden. “Il primo partito a mandare in pensione il suo candidato ottantenne sarà il partito che vincerà queste elezioni”, ha detto ieri sera, senza dimenticare di sottolineare l’età dei due probabili sfidanti di novembre: Trump compirà 78 anni il giorno delle elezioni di novembre e Biden avrà 81 anni.

Nel New Hampshire, riferiscono i media Usa, Haley ha ottenuto il voto del 29% dell’elettorato che si è identificato come moderato con un margine di 3 a 1. La campagna di Biden, nel frattempo, si sta preparando per un inizio anticipato delle elezioni generali, spostando due assistenti senior dalla Casa Bianca alla sua campagna. Jen O’Malley Dillon, che è stata responsabile della campagna di Biden del 2020, è pronta a passare al ruolo di presidente della campagna dell’inquilino della Casa Bianca, mentre Mike Donilon, guru di lunga data della messaggistica di Biden, sarà chief strategist.

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