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Roma, 21 nov. (askanews) – I tassi di interesse sul dollaro fissati dalla Federal Reserve dovranno restare restrittivi abbastanza a lungo da garantire il ritorno dell’inflazione al valore obiettivo del 2%. E’ il messaggio chiave che viene ribadito dai verbali dell’ultimo direttorio di politica monetaria, il Fomc della Fed, che si è svolto il 31 ottobre il 1 novembre, il cui resoconto è stato pubblicato oggi dall’istituzione monetaria.

Non sembra fornire grandi elementi di novità rispetto a un quadro che già il primo novembre, dopo la conferma dei tassi al 5,25-5,50&% si era delineato come di sostanziale stabilità per i mesi a venire.

Negli Stati Uniti “l’inflazione resta elevata ma ha continuato a mostrare segni di rallentamento”, secondo i tecnici della Fed. La crescita è rimasta solida nel terzo trimestre e componenti del Fomc, pur riconoscendo il continuo rallentamento dell’inflazione hanno anche notato che ci sono progressi solo limitati limitati nel rallentamento dei prezzi sui servizi chiave.

I partecipanti del Fomc hanno notato che l’inflazione resta ben al di sopra l’obiettivo del 2% e che l’alta inflazione continua a danneggiare imprese famiglie. Ma al tempo stesso si va attenuando la situazione di squilibrio sul mercato del lavoro.

Per quanto riguarda la politica monetaria, secondo i verbali al Fomc è stato concordato che è cruciale che la linea di politica monetaria resti sufficientemente restrittiva per riportare l’inflazione 2% sul medio termine. Tutti hanno concordato che il comitato si trova nella posizione di poter procedere con cautela e che debba decidere volta per volta sulla base di tutte le informazioni disponibili. La decisione di confermare i tassi è stata unanime.

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