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Milano, 29 lug. (askanews) – In banca il livello retributivo per le donne è inferiore a parità di inquadramento: in Italia nel settore bancario il gender pay gap registra uno scarto del 23,7%, quasi cinque volte superiore la media nazionale del 4,7%. E l’Italia non è sola perché i dati Eurostat del 2021 fotografano un’Europa in cui il gender pay gap nel settore finanziario è ancora elevato: 31% in Francia; 23,3% in Germania; 13,8% in Spagna. E’ quanto emerge da una ricerca del Centro Studi Uilca Orietta Guerra.

Un divario che, osservando i dati, si manifesta maggiormente per dirigenti e quadri direttivi, con un gap salariale medio compreso tra il 10% e il 30%.

Nel 2022 la presenza femminile nei ruoli dirigenziali e direttivi del settore è anche molto inferiore rispetto a quella maschile: 79,4% degli uomini contro il 20,6% delle donne. Anche per la figura dei quadri direttivi le percentuali non cambiano di molto: 64,4% degli uomini contro il 35,6% delle donne.

“È positivo che nei piani industriali delle banche si parli di riduzione del gap salariale e di valorizzazione del personale femminile, ma a questi intenti serve seguano risultati concreti. Nella piattaforma di rinnovo del Contratto Nazionale del credito, che stiamo discutendo con Abi, ci sono specifici richiami in tal senso”, ha detto il segretario generale Uilca Fulvio Furlan. “Per i prossimi anni ci auguriamo una maggiore giustizia salariale tra uomini e donne, che passa anche attraverso una lungimirante politica di assunzioni”.

Nel 2022, spiega nel dettaglio Roberto Telatin, responsabile del Centro Studi Uilca, “sono stati assunti più uomini che donne. I numeri dei rapporti cessati, su cui incidono molto le dimissioni per accedere al fondo di solidarietà, evidenziano una maggiore presenza di uomini, dovuta anche a un settore storicamente più maschile”.

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