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Roma, 11 set. (askanews) – La Commissione europea ha rivisto al
ribasso le previsioni di crescita economica dell’Italia,
nell’ambito di una riduzione generalizzata delle stime per tutta
l’Unione Europea, in cui spicca il drastico taglio sulla
Germania, per cui ora è attesa una recessione. Guardando al Pil
della Penisola, secondo le ultime elaborazioni Bruxelles
quest’anno dovrebbe segnare un aumento dello 0,9 per cento,
mentre nel 2024 si dovrebbe registrare una crescita dello 0,8 per
cento.

Nelle stime precedenti, che risalivano al 15 maggio, l’esecutivo
comunitario indicava una crescita italiana all’1,2% quest’anno,
mentre per il 2024 indicava un più 1,1% del Pil.

“In Italia la crescita nel secondo trimestre ha sorpreso al
ribasso”, con un calo del Pil “trainato dall’indebolimento della
domanda interna”, ha rilevato il commissario europeo
all’Economia, Paolo Gentiloni nella conferenza stampa di
presentazione delle stime.

Ma ha anche voluto rimarcare come l’attuale rallentamento “non
sia particolarmente italiano”, ha detto. Anzi, per l’Italia sono
attesi livelli di espansione leggermente migliori della media –
più 0,8 per cento quest’anno nell’area euro e più 1,3 per cento
il prossimo – “e ho fiducia che l’economia italiana possa reagire
in modo positivo”.

La penisola “fa meglio della media europea e quindi non dobbiamo
dare di queste previsioni una interpretazione negativa. Le cause
di questo rallentamento in Italia sono probabilmente diverse. La
prima riguarda tutti i paesi, è il calo della domanda e dei
consumi interni. La seconda – ha proseguito Gentiloni – che
riguarda l’Italia in particolare, ma non solo, anche di più la
Germania, è la difficoltà dell’industria, che oggi anche l’Istat
ha rilevato e la contemporanea difficoltà nei mercati globali”.

Terzo, “direi certamente la stretta monetaria che influisce su
tutti ma ha un ruolo forse particolare in un paese in cui dal
finanziamento delle banche dipende molto degli investimenti
nell’economia. Infine, ma questa è una storia che riguarda tutti
i Paesi europei, l’eliminazione di misure straordinarie e di
sostegno, come sull’energia, può contribuire a questo
rallentamento”.

Un elemento che ha pesato sull’inatteso calo di Pil del secondo
trimestre è stato il ritiro delle misure di aiuto degli anni
passati, tra cui il discusso “superbonus” per l’edilizia. E
interpellato proprio su questo aspetto, a margine della
conferenza stampa dai giornalisti italiani, Gentiloni ha
affermato come “il discorso sul ‘superbonus’ faccia parte di un
discorso generale di misure che sono state considerate come
misure straordinarie, prese in un momento straordinario, e che,
gradualmente, è giusto eliminare”.

“Noi abbiamo sempre sollecitato tutti i governi a eliminare le
misure straordinarie che erano state introdotte, sia per il
Covid, che per i prezzi dell’energia – ha ricordato -. E la
ragione è molto semplice: è che queste misure non solo hanno un
costo economico, che nel tempo è difficile sostenere, ma anche
perché sono misure che nel medio periodo rendono più difficile la
riduzione dell’inflazione, che è nell’interesse delle economie
europee e di tutte le famiglie”.

Come accennato, uno tra gli elementi di maggiore rilievo delle
stime di oggi sembra essere il meno 0,4% di Pil pronosticato
quest’anno per la Germania. Una recessione piena – che stride con
le previsioni dei mesi passati, quando a Bruxelles si decantava
la tenuta dell’economia rispetto alle ricadute della guerra in
Ucraina e delle sanzioni contro l’import di gas e petrolio russi
– dalla quale “paesi come l’Italia potrebbero essere colpiti più
di altri”, ha ammesso Gentiloni, vista la rilevanza degli scambi
tra le industria dei due Paesi.

Altro elemento potenzialmente problematico è nelle previsioni
sull’inflazione. La Commissione europea ha infatti, sì, ritoccato
al ribasso l’attesa di quest’anno al 5,6%, ma al tempo stesso ha
leggermente rivisto in peggio quella sul 2024, al 2,9% (per la
media dell’intera eurozona).

E questo potrebbe essere un elemento di ostacolo alla eventuale
decisione di interrompere la manovra di rialzo dei tassi di
interesse che molti sperano scaturisca dall’imminente consiglio
direttivo della Bce, che si terrà giovedì. La Banca centrale
punta a riportare l’inflazione media dell’area euro al 2%
simmetrico e per questo motivo nell’ultimo anno a
complessivamente alzato i tassi di interesse di tutta l’eurozona
di 4,25 punti percentuali.

In questo quadro Gentiloni ha rilanciato i richiami a cercare un
accordo sulla revisione del Patto di stabilità e di crescita
entro la fine dell’anno. Perché, svincolandosi da una domanda su
una possibile proroga della clausola di sospensione dello stesso
Patto, ha avvertito: “senza un’intesa penso che la situazione
sarebbe sicuramente più negativa”.

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