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Roma, 22 mar. (askanews) – “Io e il governo italiano siamo al vostro fianco per un’Italia che possa essere sempre più autorevole, credibile e sempre più in grado, in un tempo di tempesta, di affrontarla a testa alta”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, saluta i funzionari italiani impegnati nelle Istituzioni europee e nella NATO e i rappresentanti del Sistema Italia riuniti agli Stati Generali dell’Italia a Bruxelles, organizzati dal ministro degli Esteri Antonio Tajani.
“Confido diventi un appuntamento fisso”, dice la premier al termine di un discorso dai toni motivazionali, di ringraziamento e incoraggiamento per “la squadra di cui facciamo parte, la squadra Italia”: “In qualsiasi ruolo si giochi – assicura – ciascuno fa la differenza e la squadra va bene solo se ciascuno di voi fa nel migliore dei modi la propria parte. Quello che voi fate anche quando è noioso in realtà cambia la vita delle persone. Sembrano carte, ma dietro ci sono speranze e vite e opportunità che si aprono e che si chiudono”.
Secondo Meloni, “eventi di questo tipo dovrebbero diventare prassi” soprattutto per realizzare che “non siete soli, non siamo soli: quando una cosa è andata male non è colpa solo di uno, non siamo soli, neanche quando non ci conosciamo”. La premier è ispirata: “Si dice che le idee camminano sulle gambe delle persone. Io dico che anche nei cuori: è la passione che fa la differenza perché è quella che ti dà la determinazione per riprovare quando ti pare che stai fallendo, che ti dà l’entusiasmo per non essere remissivo. E all’Italia non è mai mancata la capacità ma la volontà”.
“Vorrei – prosegue – ci vedessimo come l’Italia capace di osare, non solcare diligentemente strade aperte da altri, ma aprire una strada. Mi piace quando veniamo presi a modello, non semplicemente quando facciamo bene quello già fatto da altri. Noi siamo la patria del genio, della creatività, siamo la patria di quelli che hanno osato”. E senza modestia fa l’esempio della sua esperienza: “Provo a dare il buon esempio nel mio piccolo per dimostrare che noi ci crediamo. Era impossibile che io diventassi presidente del Consiglio ma poi è successo, se non tenti, non sai se puoi riuscire. Quindi vale la pena di osare anche quando si rschia di sbagliare, questo fa la differenza”.
Ovviamente per fare questo non bisogna mettere da parte “l’umiltà, la determinazione, lo studio, il lavoro, la capacità di remare tutti nella stessa direzione, di mettere quello che ci unisce prima di quanto ci divide, sapere vedere le luci meglio delle ombre”. Ripete tante volte grazie, la presidente del Consiglio “per tutte le volte non vi è stato detto, che le cose non sono andate come avreste voluto ma avete tentato fino alla fine, non vi siete dati per vinti, avete continuato a crederci a scommettere e lavorare”. Perché “serve che ognuno abbia la gratificazione per il lavoro che svolge e questo riguarda il sistema nel quale il merito deve contare sempre più delle amicizie, il sistema deve essere capace di riconoscere il talento e l’impegno e deve essere capace di dirti grazie”.
“Quando le cose vanno male è il vertice politico che ne paga le conseguenze, quando vanno bene è il vertice politico che ne trae vantaggio e a volte si dimentica anche di dire grazie. E lo dico consapevolmente perchè io sono quel genere di vertice politico: chi lavora con me sa che io sono più brava a farmi sentire quando le cose non funzionano che quando hanno funzionato bene. A mia discolpa c’è che sono molto più rigida con me stessa di quanto lo sia con gli altri”, conclude.
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