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Roma, 2 ott. (askanews) – “Gli operatori europei delle telecomunicazioni chiedono ai responsabili politici dell’Ue di garantire un contributo equo da parte delle aziende che beneficiano maggiormente delle infrastrutture che costruiamo e gestiamo”. Questo l’appello lanciato in un lettera che sarà inviata alla Ue da parte di 20 Ceo di telco europee, tra cui Pietro Labriola, Ad di Tim e Margherita Della Valle, Ceo di Vodafone Group, per chiedere che i cosiddetti Over the Top contribuiscano agli ingenti investimenti nelle reti necessari nei prossimi anni. Si stima che serviranno fino al 2030 oltre 174 miliardi.

“Tale meccanismo – scrivono nella lettera pubblicata dal Financial Times – dovrebbe seguire un ambito ben definito e mirato che si rivolge solo ai più grandi generatori di traffico, escludendo al contempo i fornitori di contenuti e applicazioni più piccoli”. Per i ceo si potrebbe pensare a “includere la responsabilità e la trasparenza sui contributi ricevuti in modo che gli operatori investano direttamente nell’infrastruttura digitale europea”.

“Il futuro della connettività – alimentato da reti mobili e in fibra 5G sicure ultraveloci e a bassa latenza – sarà alla base della prossima ondata di trasformazione digitale in Europa”, srivono.

“Supportata da queste reti, l’Europa sta già vedendo emergere nuove applicazioni nell’intelligenza artificiale, nella realtà virtuale e nell’IoT. Altre arriveranno nel regno delle città intelligenti, dell’industria 4.0, del metaverso e delle innovazioni future che non possiamo ancora concepire”.

“L’Ue ha fissato i suoi ambiziosi obiettivi del decennio digitale 2030 per consentire a queste tecnologie, sostenere la crescita in tutti i settori e migliorare la competitività europea, offrendo al contempo benefici di vasta portata per i cittadini attraverso una migliore assistenza sanitaria, istruzione, agricoltura, cibo, sicurezza e trasporti. Tuttavia, questi cambiamenti guideranno anche nuove richieste alle reti di telecomunicazioni. Senza gli investimenti necessari, il ‘Decennio digitale’ europeo fallirà. Gli investimenti futuri sono sotto grave pressione ed è necessaria un’azione normativa per garantirli”, sottolineano i 20 Ceo.

“La chiave di questo dibattito è l’investimento. L’Ue ha stimato che entro il 2030 saranno necessari almeno 174 miliardi di euro di nuovi investimenti per raggiungere gli obiettivi di connettività. Il settore delle telecomunicazioni non è attualmente abbastanza forte da soddisfare tale domanda, con molti operatori che guadagnano a malapena il loro costo del capitale”.

“Allo stesso tempo, il traffico di dati è cresciuto inesorabilmente ad un tasso medio del 20-30% ogni anno – guidato principalmente da solo una manciata di grandi aziende tecnologiche. Questa crescita è destinata a continuare ma, alle condizioni attuali, probabilmente non si tradurrà in un corrispondente ritorno sull’investimento. Mentre il settore delle telecomunicazioni ha fornito una connettività migliorata, i prezzi al dettaglio per i servizi di telecomunicazione sono generalmente diminuiti negli ultimi dieci anni contemporaneamente all’aumento dei costi. Le nuove tecnologie aumenteranno le richieste dell’infrastruttura di rete sottostante, aumentando ulteriormente i costi”.

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