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Roma, 1 lug. (askanews) – Tim dice definitivamente addio alla Rete. Un’operazione storica, unica in Europa, con la quale, dopo anni di discussioni, la principale azienda di telecomunicazioni italiana si separa dalla infrastruttura di rete che confluisce in una società ad hoc. Il gruppo guidato da Pietro Labriola ha perfezionato la cessione di NetCo, la società della rete appunto, a Kohlberg Kravis Roberts & Co, vale a dire Kkr, mediante il conferimento in FiberCop (società controllata al 58% da Tim) del ramo d’azienda di Tim che comprende l’infrastruttura di rete fissa e le attività wholesale, e la successiva acquisizione dell’intero capitale di FiberCop da parte di Optics BidCo, società controllata da Kkr. Nell’operazione ci sono anche il Mef, F2i, Abu Dhabi Investment Authority e il Canada pension plan investment board. Secondo rumors a guidare FiberCop della rete sarà Luigi Ferraris sostituito di recente come ad di Fs da Stefano Donnarumma.

L’operazione di cessione di NetCo, valorizzata fino a un massimo di 22 miliardi di euro comprensivi di earn-out legati al verificarsi di determinate condizioni, in particolare ad un consolidamento con Open Fiber la società all’ingrosso della rete in fibra, permette a Tim una riduzione dell’indebitamento finanziario. In particolare, il deleverage previsto al closing, al lordo degli aggiustamenti usuali per questa tipologia di operazioni, è confermato in 14,2 miliardi di euro.

“Il perfezionamento dell’operazione con Kkr e Mef è frutto di due anni e mezzo di lavoro, che sono serviti a riallineare la gestione ordinaria di Tim e a individuare quelle soluzioni, industriali e finanziarie, che ci permetteranno di affrontare le prossime sfide che abbiamo davanti”, ha commentato Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim.

“Raggiungiamo un traguardo che è anche un nuovo punto di partenza: lo abbiamo fatto centrando tutti gli obiettivi che avevamo annunciato e rispettando tutte le tempistiche promesse.
Intendiamo continuare su questa strada per far crescere la fiducia dei dipendenti, dei clienti e degli azionisti. Primi in Europa, abbiamo scelto di separare l’infrastruttura dai servizi, per garantire lo sviluppo migliore, sostenibile e più rapido possibile. Tim – ha aggiunto – resterà la Telco di riferimento in Italia, rimanendo l’operatore più infrastrutturato e offrendo servizi innovativi, sia sul fisso che sul mobile, a servizio di famiglie, pubblica amministrazione e imprese”.

Sono confermati gli aggiustamenti e i costi di separazione pari a complessivi 0,4 miliardi di euro con un netto effettivo pari a 13,8 miliardi di euro. Si segnala inoltre che la componente di cassa corrispondente agli anticipi Pnrr relativi a FiberCop, pari a 0,4 miliardi di euro, è stata deconsolidata nel contesto dell’operazione. Con la cessione, i rapporti tra NetCo e Tim sono regolati attraverso un Master service agreement (Msa) che ha durata di 15 anni, rinnovabile per ulteriori 15 anni, e i servizi saranno resi a prezzi di mercato e senza impegni minimi di acquisto.

“L’operazione – spiega il gruppo – consente a Tim di adottare un nuovo modello aziendale che permetterà competere in maniera più efficace sul mercato Consumer ed Enterprise in Italia, grazie a un maggior focus sulle componenti industriali e commerciali e a una solida struttura finanziaria”.

A valle dell’operazione, l’organico totale di Tim scende da 37.065 a 17.281 persone, equivalenti, a 16.135 full time equivalent. Circa 20mila i dipendenti che vanno in FiberCop.

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