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Roma, 13 gen. (askanews) – “L’ostacolo più grande da superare? Sono innanzitutto io. Poi, certo, ci sono gli avversari, alcuni con maggiori e altri con minori chances di fare strada. È un tabellone a 128, è uno Slam. Sappiamo tutti cosa rappresentino gli Slam nel tennis”. Parola di Novak Djokovic che si presenta in una sala stampa stracolma alla vigilia degli Australian Open. Quello che comincia domani contro il 18enne croato Dino Prizmic sarà il suo 19mo Open d’Australia. Un altro successo gli consentirebbe di raggiungere quota 25 e di staccare Margaret Court in quella che era – e fino ad un certo punto di vista è ancora – la casa dell’81enne leggenda australiana. Preoccupano le condizioni del polso che ha fatto i capricci durante la United Cup. “Rispetto alla United Cup il polso va bene – rassicura Nole – sicuramente è un problema fisico molto minore rispetto a quello che ho subito qui in passato, sia nel ’21 che l’anno scorso”. Il numero uno al mondo, dopo quanto accaduto due anni fa si è riconciliato con l’Australia e l’opinione pubblica aussie: “Non sono superstizioso – racconta Djokovic – ma quando sono qui mi piace visitare alcuni posti ai quali sono legati i miei ricordi più belli e fortunati. Non so se sia il segreto del mio successo, ma mi piace visitare il giardino botanico per riconnettermi con la natura. Poi quando posso mi concedo una passeggiata in spiaggia oppure nel quartiere di South Yarra, che è meno caotico del centro, più rilassato. Mi piace isolarmi per trovare un equilibrio rispetto alle tensioni e allo stress dei majors”.

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