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Roma, 20 apr. (askanews) – Ai due alleati, racconta, ha comunicato la sua decisione ieri sera. Con il partito l’ha formalizzata nel corso della riunione della segreteria. A elettori e mezzi di informazione l’ha confermata durante l’intervento al Consiglio nazionale. Nessun effetto sorpresa né particolare pathos, però, si respira all’Hotel Parco dei principi di Roma, perché l’annuncio era nell’aria da settimane: Antonio Tajani è il primo leader di partito a candidarsi alle elezioni Europee. Lo farà da capolista di Forza Italia in quattro circoscrizioni su cinque, lasciando che nelle Isole a guidare la pattuglia sia Caterina Chinnici.
Tajani scende in campo una settimana prima della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia in programma a Pescara, l’occasione scelta da Giorgia Meloni – e anche questo ormai non è più un mistero – per annunciare che sarà il suo il nome in cima alle liste del partito in tutta Italia per la competizione di giugno. A quel punto, dunque, sarà ufficiale che l’unico big del centrodestra a non partecipare direttamente alla sfida sarà Matteo Salvini. E’ stato lui stesso a farlo sapere ormai settimane fa, bruciando i tempi, quando ancora i suoi colleghi ripetevano il mantra che la decisione sarebbe stata presa tutti insieme per il bene della coalizione. La motivazione principale: non sottrarre tempo al lavoro da ministro.
Curiosamente, il ragionamento del segretario di Forza Italia è quasi perfettamente “a rovescio”. “Ho deciso di candidarmi alle prossime elezioni Europee – comunica – e lo farò profondendo tutte le mie forze senza mai far passare in secondo piano il mio ruolo di ministro degli Esteri e di vice premier”, anche perché “se un segretario di partito non ha il coraggio di mettersi al servizio di chi gli ha dato fiducia al congresso non sarebbe un buon segretario di partito”.
Il punto è che i due vice premier arrivano a questa competizione in due condizioni diametralmente opposte. Salvini sa già che le percentuali stellari di cinque anni fa saranno solo un bel ricordo, ha mezza Lega che gli contesta di aver dimenticato il Nord e una parte che mette in discussione il suo ruolo di numero uno. Tajani nemmeno dodici mesi fa ha preso le redini di un partito che, dopo la morte del fondatore Silvio Berlusconi, rischiava di essere sotto la soglia di sopravvivenza e ora, invece, può addirittura pensare di certificare il sorpasso sull’alleato. D’altra parte è già successo in Sardegna e Abruzzo e nelle elezioni di domani in Basilicata Forza Italia può fare affidamento sul fatto che il candidato governatore è un proprio uomo. “Non sto facendo nessuna competizione con gli alleati, noi dobbiamo guardare al grande partito dell’astensione”, continua però a ripetere il segretario azzurro. Che però, nel frattempo, non soltanto ha stretto dei patti elettorali con Noi moderati, Svp e altre realtà locali per raggiungere il suo obiettivo, ma ha anche raccolto qui e lì ex classe dirigente del Carroccio come Roberto Cota o Marco Reguzzoni. Per non dire della frenata che il suo partito sta imponendo all’Autonomia, di quei suoi “vigileremo”, che hanno comportato una frattura del centrodestra in regione Veneto.
Il motivo principale della sua decisione di candidarsi, dice però, “è quello di mettere nell’agone elettorale 30 anni di vita nelle istituzioni europee”. Tajani definisce la sua decisione “un atto d’amore” nei confronti degli elettori e del partito, ma dietro la determiminazione c’è anche la consapevolezza di poter andare ufficialmente all’incasso del recupero di consensi. A giugno dell’anno scorso ci si chiedeva se Forza Italia potesse superare lo sbarramento del 4%, oggi non è preregrino ipotizzare che possa centrare l’obiettivo che da tempo Tajani ha fissato, quello del 10%.
Lo slogan scelto, non a caso, è “Una forza rassicurante”, l’impegno è quello di fare liste competitive in cui non ci siano “protetti, protettori, amici o ciucci”, il racconto è quello di un partito che non litiga più. Tutto, insomma, dà una immagine molto diversa da quella della Lega attuale.
Il giorno delle elezioni Europee precederà di poco il primo anniversario della morte del fondatore. “Se il buongiorno si vede dal mattino l’8 e il 9 di giugno potremo festeggiare uno straordinario risultato di Forza Italia che sarà il miglior regalo che tutti quanti noi potremo fare a Silvio Berlusconi a un anno dalla scomparsa”, dice Tajani.
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