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Roma, 21 lug. (askanews) – Le porte del Pd saranno “spalancate” con l’obiettivo di costruire, a partire dai territori e dal confronto delle idee, un’alternativa di governo nel Paese. Nella consapevolezza che sarà un lavoro “lungo, curioso e profondo”.
Presentando, insieme a Nicola Zingaretti che la guiderà, la Fondazione prevista dallo statuto dem, la segretaria Elly Schlien ha sottolineato la necessità che ci sia un “luogo dove sviluppare un pensiero profondo sulle sfide cruciali, curioso, che guardi a cosa accade intorno a noi. Ma che sia soprattutto un luogo che valorizzi il pluralismo interno al partito” e, allo stesso tempo, curi “le nostre radici” proiettandole nel futuro e offrendo una risposta alle “aspettative di chi ci guarda da fuori e magari vuole darci” una mano.

“Abbiamo l’ambizione – ha sottolineato Schlein – di provare a far tornare la politica a non ossessionarsi solo dell’hashtag quotidiano o della prossima scadenza elettorale per quanto importante, una politica” che non si accontenti di un “dibattito ombelicale”.

La segretaria Pd si è detta d’accordo con Pier Luigi Bersani: “Ha molta ragione quando ci richiama alla necessità di continuare a tenere aperte le porte, spalancate, di questo partito”. Un lavoro “che non si fa in poche settimane, io ne ho la piena consapevolezza, noi ne abbiamo la piena consapevolezza”.

La Fondazione e non solo (la segretaria ha ricordato le relazioni internazionali, gli incontri sui territori come quello avvenuto ieri, la scuola di formazione che partirà in autunno, il confronto di questa mattina al Nazareno con le associazioni sulla transizione energetica) hanno proprio l’obiettivo di “creare luoghi di confronto aperto, un modo per costruire la fiducia, e provare a ricucire i fili che in questi anni si erano indeboliti”.

“C’è una domanda e la vogliamo raccogliere allargando sempre di più le nostre prospettive, un lavoro per farci portare fuori le nostre idee e raccoglierne altre”, per “ricostruire una visione di futuro”, ritrovare chi in questi anni “non si è sentito” più “rappresentato”.

La Fondazione, inserita nello statuto quando Zingaretti era segretario, sarà il luogo dove far “vivere il pluralismo, curare le radici e proiettare l’identità che stiamo cercando di dare al Partito Democratico per affrontare le sfide del futuro e parlare alle nuove generazioni”.

“Ringrazio la segretaria Schlein per questo incarico” che porterà “dopo l’estate alla costituzione della Fondazione nazionale del Pd. Interpreto questa sfida di procedere, dopo il lavoro prezioso fatto da Gianni Cuperlo, come una volontà di rafforzamento del progetto politico del Pd all’insegna della riflessione, dell’apertura e della trasformazione. Una sfida per affrontare il futuro insieme e più forti”, ha affermato Zingaretti, il quale ha assicurato che la Fondazione “sarà uno strumento al servizio dell’azione politica che si è aperta con l’ultimo congresso”.

Gli obiettivi della Fondazione “si possono ridurre in tre parole: capire, unire (le differenze, le persone e le esperienze) e moltiplicare” (grazie all’apporto della società, di chi “non è nel Pd”, delle “intelligenze di cui l’Italia è ricchissima”). Nella Fondazione, ha detto l’ex governatore del Lazio che lasciò la segreteria in polemica con il correntismo, prevarrà il “pluralismo, ricchezza unica del Pd, che potrà vivere con maggiore vivacità ma dentro la condivisione di un’idea e di un profilo comune”. “Io non sono mai andato via dal Pd, mi sono dimesso da segretario per salvare il Pd”, ha puntualizzato.

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