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Roma, 10 giu. (askanews) – E’ la festa di Elly Schlein, per certi versi ancor più del febbraio 2023 quando vinse a sorpresa le primarie Pd. La leader democratica stacca Giuseppe Conte, più che doppiato, avvicina Giorgia Meloni – riducendo a 4,8 punti il distacco tra i due partiti – e rimette prepotentemente al centro il Pd ricordando: “Dopo la sconfitta delle politiche di un anno e mezzo fa c’era chi dava il Pd per morto, mi sembra che sia più vivo che mai”. Un quadro che premia la sua linea di pazienza di fronte alle punzecchiate degli alleati-rivali, i suoi oltre cento comizi in giro per l’Italia e che la porta a rivendicare: “Il messaggio è chiaro: Giorgia Meloni, stiamo arrivando”.

Era l’obiettivo che Schlein si era fissata fin dall’inizio, lo scorso autunno, quando ha cominciato a rendere la corsa per le europee una ‘cosa a due’, lei e “Giorgia”, con gli altri relegati nel ruolo di gregari. Uno schema che sia Conte che Matteo Salvini hanno provato a far saltare, ma senza successo: sono loro i veri sconfitti. Certo, il successo del Pd ha anche un risvolto che non sarà semplice da gestire: a parte il boom di Avs, che sfiora il 7%, crollano i 5 stelle e viene bocciata, ancora una volta, qualsiasi ipotesi centrista. Se da un lato sfuma definitivamente lo spettro del Ps francese, spolpato a destra da Macron e a sinistra da Melenchon, per Schlein ora si pone il problema di rimettere insieme i cocci. Perché è vero, come dice la segretaria dem, che “il voto delle forze di opposizione supera quello delle forze di maggioranza al governo”, ma un conto è l’aritmetica e un altro è la politica, come lei stessa ha sperimentato bene nei mesi scorsi, a cominciare dalla Basilicata.

Per questo Schlein alza anche i toni: “Il tempo dei veti è finito. Noi non ne poniamo, ma non intendiamo neanche subirne.
Non ci consideriamo autosufficienti, non abbiamo questa presunzione. Ma mi viene da dire che le divisioni non pagano. Non credo che perseverare in questa strada di divisione o di competizione col Pd porti a un risultato diverso – se non peggiore – di quello che c’è stato ieri”. Insomma, ora è il momento di mettere da parte le rivalità e costruire davvero l’alternativa. Schlein ne è convinta, e i numeri le danno ragione. Bisognerà vedere come gli alleati-rivali reagiranno alla botta.

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