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Roma, 2 mar. (askanews) – E’ una vera e propria linea Maginot
quella che il Pd e il Pse alzano nei confronti della destra, anzi
della “destra estrema”, come dicono quasi tutti i leader
socialisti che prendono la parola alla ‘Nuvola dell’Eur a Roma.
Al congresso dei socialisti europei l’allarme lanciato è corale,
un ritornello che ripetono un po tutti da Elly Schlein a Pedro
Sanchez, passando per il candidato alla presidenza della
Commissione Ue Nicolas Schmit, che qui per tutti è semplicemente
‘Nico.
Le distinzioni e le sfumature sui singoli temi non mancano, tra i
socialisti europei, ma di fronte all’avanzata della destra il
fronte è più compatto che mai e alla fine il congresso che
ufficializza la candidatura di Schmit si conclude sulle note di
‘Bella ciao, nella versione rock dei Modena city ramblers. E per
un giorno la Sardegna diventa il centro d’Europa, almeno per i
socialisti, perché la vittoria a sorpresa del centrosinistra
viene citata quasi da tutti come simbolo della controffensiva
avviata per stoppare quella “destra estrema” di cui proprio
Giorgia Meloni è un’avanguardia.
Schlein incassa il tributo degli alleati europei, “amici
dell’Italia”, non come i compagni di strada della Meloni, tipo
Viktor Orban, che danneggiano gli interessi nazionali italiani.
Tutti le rendono omaggio per il successo e le concedono l’onore
di tenere l’intervento conclusivo. Non solo perché lei è la
padrona di casa, il Pd e l’Italia diventano inevitabilmente la
prima linea contro l’avanzata della destra guidata dalla Meloni.
Schmit lo dice chiaramente, parlando anche in italiano: “Grande
risultato ottenuto in Sardegna, grazie al Partito democratico e
grazie a Elly, che ha tutta la mia stima e il mio sostegno. Cara
Elly, è vero, il vento sta cambiando. Andiamo a vincere queste
elezioni”. E il candidato socialista alla presidenza della
commissione cita anche le manganellate agli studenti a Pisa e si
schiera con il Quirinale: “A Pisa si reprime la libertà dei
nostri giovani di manifestare in sicurezza. Io sto con il
presidente Mattarella. Con i ragazzi i manganelli esprimono un
fallimento. Insieme contro la destra estrema”.
Ma anche Sanchez lancia un allarme, perché la destra mette in
discussione “i diritti dei lavoratori, la pari dignità tra uomini
e donne, il rispetto dei diritti Lgbt”. Insomma, attacca,
“l’anima dell’Europa è in pericolo. Spetta a noi,
socialdemocratici sconfiggere i nemici”. E il premier portoghese
Antonio Costa aggiunge: “L’Unione europea si trova sotto il fuoco
populista: il nostro principale compito, come socialisti e
democratici, è contrastare il populismo, affrontandone le cause
profonde”. Destra nel mirino anche del cancelliere tedesco Olaf
Scholz: “La destra cresce in tutti i nostri Paesi, quello che
hanno in mente le destre è un’Europa nazionalista. Cercano di
minare il fatto che i nostri stati membri saranno forti solo in
una Europa unita”.
La Schlein, appunto, parla per ultima e avverte che quella dei
prossimi mesi sarà “una campagna elettorale cruciale per il
nostro continente, per decidere quale Europa vogliamo. Parliamo
27 lingue diverse, ma combattiamo la stessa battaglia,
condividiamo la stessa visione. Siamo una vera famiglia”. La
leader Pd si unisce al coro di no all’ipotesi di inviare truppe
in Ucraina – concetto sottolineato anche da Scholz – ma ribadisce
che a Kiev bisognerà continuare a fornire “i mezzi necessari”.
Inoltre, aggiunge, serve un “cessare il fuoco e il rilascio degli
ostaggi” in Medio oriente, e l’Europa deve “andare avanti” e
tocca proprio al Pse incalzare perché “l’Ue che conosciamo oggi
non è quella che le madri e i padri costituenti avevano in
mente”. Bisogna dire no al ritorno all’austerità, superare i voti
all’unanimità e cambiare rotta sui migranti, avviando una
missione europea di soccorso.
Quindi, la Schlein rinnova l’avvertimento al Ppe, lanciato più
volte in questi giorni: dopo il voto nessun accordo politico con
la Meloni e i suoi amici o il Pse si alza dal tavolo. “Il voto
dei socialisti non va dato per scontato: chiedo al Ppe, siete
davvero pronti a tradire la vostra storia? Meloni ha aperto le
porte a Orban e Zemmour, il Ppe dove si ferma? Questa – ha
aggiunto la Schlein – è una destra reazionaria, incapace di
risolvere i problemi delle persone e cerca sempre un nuovo
nemico”. La platea applaude, e dagli amplificatori parte ‘Bella
ciao.
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