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Roma, 12 dic. (askanews) – L’amministratore delegato di Arena Group, proprietaria di Sports Illustrated, è stato licenziato poche settimane dopo che la rivista è stata accusata di pubblicare articoli generati dall’intelligenza artificiale.
Ross Levinsohn è stato silurato “per migliorare l’efficienza operativa e i ricavi” della società, ha affermato Arena Group in una nota.
“Oggi, il consiglio di amministrazione di The Arena Group Holdings si è riunito e ha intrapreso azioni per migliorare l’efficienza operativa e le entrate dell’azienda. Il consiglio ha posto fine al rapporto di amministrazione del CEO Ross Levinsohn e ha nominato Manoj Bhargava amministratore delegato ad interim, entrambi a partire da oggi”, si legge nella nota. “Questa decisione segue le azioni della scorsa settimana, in cui la società ha terminato l’impiego del presidente delle operazioni e COO Andrew Kraft, del presidente dei media Rob Barrett e del consulente aziendale Julie Fenster”.
Bhargava, dal canto suo, ha smentito che il siluramento di Levinson sia legato alla vicenda dell’IA. Il CEO ad interim ha detto alla BBC che la rimozione di Levinsohn “non ha assolutamente nulla a che fare con la questione dell’intelligenza artificiale”.
L’annuncio arriva un mese dopo che il notiziario tecnologico Futurism ha rivelato che Sports Illustrated ha pubblicato diversi articoli con nomi di autori falsi, generati con l’IA.
La rivista ha rimosso i contenuti, ma ha contestato l’accuratezza del rapporto e ha avviato un’indagine interna. Secondo la sua ricostruzione, gli articoli erano stati stilati da un “service”, Advon Commerce che, dal canto suo, ha assicurato “che tutti gli articoli in questione sono stati scritti e modificati da esseri umani” e che l’azienda di e-commerce utilizza regolarmente “software antiplagio e anti-intelligenza artificiale”. Per quanto riguarda i nomi falsi, il gruppo ha affermato che ai giornalisti è consentito utilizzare pseudonimi “in alcuni articoli” per proteggere la propria privacy.
Questo incidente a Sports Illustrated arriva mentre cresce la preoccupazione nel mondo dei media che l’intelligenza artificiale generativa possa sostituire a buon mercato i giornalisti e potenzialmente diffondere disinformazione. Varie redazioni hanno sperimentato l’intelligenza artificiale o pubblicato linee guida per dipendenti e pubblico per spiegare il loro approccio nei suoi confronti.
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