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Roma, 5 dic. (askanews) – La Cisl rilancia l’idea di un nuovo e moderno patto sociale per unire il Paese su obiettivi strutturali non più rinviabili. Un accordo tra istituzioni, sindacati e imprese per sciogliere quei nodi di sistema che frenano qualità e quantità dell’occupazione, aumento di salari e pensioni, sicurezza sul lavoro, formazione e politiche attive, nuove strategie e relazioni industriali, investimenti e produttività. Una linea, quella dettata dal segretario generale Luigi Sbarra in apertura dell’assemblea organizzativa della confederazione, che deve fare i conti con la diversità di vedute, sempre più marcata, di Cgil e Uil.
Per Sbarra, però, l’intesa “non può più aspettare. Questa è la sfida – ha detto – questa è la visione se volgiamo aiutare questo Paese a risollevarsi dall’emergenza pandemica, dell’inflazione e dell’impatto forte di due guerre. Dobbiamo costruire insieme, lavorare insieme. E la via è quella di un grande patto con chi ci sta”.
Con Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri “mi sento, ma ci sono valutazioni diverse”. A partire dalla manovra, ma anche sul salario minimo. “Non è la prima volta che in questo Paese ci sono posizioni articolate – ha ricordato – è successo nel 1984 con l’accordo di San Valentino. Ci sono state discussione molto articolate ai primi anni ’90 con i grandi accordi di concertazione. Il tema oggi è quale modello sindacale serve a questo Paese per sostenere la transizione e stare dentro il cambiamento”.
La Cisl, dunque, continua a ritenere che “la via del dialogo e del confronto, che non esclude il conflitto quando serve, è quella da praticare per il bene comune. Secondo me il sindacalista non può vendere sogni, ma deve fare i conti con la realtà e nella difficile realtà di questa stagione costruire risultati e conquiste per le persone che rappresenta”.
Sbarra ha ribadito “il rifiuto categorico di sottostare a una supposta egemonia di aree sindacali movimentiste o di partiti che cercano sostegni e cinghie di trasmissione”, anche perché la Cisl è un sindacato che “non si parla addosso – ha sottolineato – non si rifugia in nessuna comfort zone ideologica, politica e neanche organizzativa. Invece, sfida se stessa con il coraggio e l’ambizione di chi vuole esserci per cambiare”.
Il leader sindacale ha parlato a una platea tutta interna senza invitati esterni, né politici né sindacali. Ha annunciato che la federazione dei medici della Cisl scenderà in piazza “con uno sciopero il 18 dicembre insieme con altre sigle” per impegnare il Governo a migliorare il capitolo sanità della legge di bilancio. E dopo le affermazioni del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha avvertito a non mettere in discussione il diritto di sciopero, anche se “non ci siamo mai sottratti al confronto” sugli scioperi nel trasporto pubblico locale. “Siamo aperti a ogni prospettiva di migliorare, rafforzare la legislazione”, ha aggiunto, che in Italia è “abbastanza chiara”. La Cisl intanto continua a crescere. Nel triennio 2020-2022 sono stati superati i 4 milioni di iscritti (+49mila attivi). C’è stato inoltre un aumento nelle pratiche Inas e nell’attività fiscale del Caf, che quest’anno ha superato il tetto dei 2.500.000 di modelli 730. L’assemblea organizzativa si chiuderà domani con le conclusioni di Sbarra.
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