2 minuti per la lettura
Roma, 2 feb. (askanews) – “Più si sta zitti e prima si risolve questa situazione”: lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani, in un colloquio con il Fatto quotidiano sul caso di Ilaria Salis, la cittadina italiana detenuta in Ungheria e mostrata recentemente in catene durante un’udienza. “Io chiedo a tutti di fare silenzio e di parlare il meno possibile di questa questione, solo così si potrà risolvere come successo con Zaki e Alessia Piperno”. L’altro vicepresidente del Consiglio, fa notare il quotidiano, sta attaccando Salis ogni giorno: “Infatti mi riferisco anche a lui – ha aggiunto il ministro degli Esteri – in questo modo si sta facendo un danno alla Salis. Più si parla e più la si danneggia. Lo dico a Salvini ma anche alla segretaria del Pd Schlein”.
Secondo Tajani “il trattamento che sta ricevendo Salis è inumano, noi siamo sempre per la presunzione di innocenza quindi finché una persona non è condannata è innocente”. Posizione differente da quella del leader leghista: “Le ripeto quello che ho detto prima – ha commentato il segretario di Forza Italia – in questo modo si sta politicizzando una questione che non va politicizzata. Salvini commette un errore”.
“Per il momento – ha spiegato ancora il ministro degli Esteri, secondo il riassunto della conversazione avvenuta alla Camera pubblicata dal Fatto – non possiamo chiedere gli arresti domiciliari fino a che l’avvocato della sua famiglia non lo fa e finora non lo ha fatto perché teme possibili ritorsioni da parte dei neo-nazisti ungheresi. Inoltre non possiamo chiedere di fare il carcere in Italia in attesa della sentenza perché non ha commesso reati nel nostro Paese. Quindi al momento non abbiamo alcun appiglio legale. La nostra idea è quella di chiedere all ‘Ungheria che il processo si faccia in tempi brevi – entro un mese – e poi riportare la donna in Italia. Possono concederci questo: una sentenza di condanna o assoluzione in 30 giorni e poi la riportiamo qui”.
“In Ungheria però – ha ribadito Tajani – la magistratura è indipendente dal governo come in Italia, quindi dobbiamo rispettare la parola di Orban e non possiamo farci molto. Sicuramente però i modi del premier ungherese non sono i miei…”
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA