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Roma, 25 lug. (askanews) – L’apertura di Giorgia Meloni apre un’altra partita sul salario minimo, il Pd incassa un dietrofront della maggioranza che fino a pochi giorni fa voleva cancellare con un emendamento la proposta di una paga oraria minima di 9 euro, ma ora i democratici dovranno cercare di mantenere l’unità del fronte che in queste settimane ha messo in difficoltà il centrodestra. Perché la mossa della premier trova anche subito la sponda di Carlo Calenda, mentre Pd e M5s replicano con freddezza.
Meloni ha capito che bocciare una proposta che punta a combattere il lavoro povero non sarebbe stata una mossa popolare tra gli italiani. Per questo l’emendamento soppressivo, pur restando formalmente sul tavolo, di fatto viene congelato, perché non viene messo ai voti. “Il tema del salario mi interessa”, dice la premier, precisando però che la soluzione non è quella indicata dalle opposizioni: “Il salario minimo è un bel titolo, funziona molto bene come slogan, ma nella sua applicazione rischia di creare dei problemi”.
Il gioco di sponda con Calenda è alla luce del sole: “Ho letto per esempio gli appelli di Carlo Calenda, cioè c’è una opposizione che si pone in modo molto garbato e serio, e io credo che quando non c’è una opposizione pregiudiziale che chiede un confronto sia giusto dare dei segnali”.
Segnali che, appunto, il leader di Azione è pronto a cogliere. I due si sono sentiti più volte negli ultimi giorni e qualche motivo di apprensione nel Pd c’è. Basta leggere le reazioni ufficiali a Meloni per capire il quadro.
Elly Schlein si dice “disponibile al confronto” ma non apprezza la battuta sullo “slogan”, chiede “atti concreti” e pone un paletto che difficilmente la premier potrà accogliere: “Siamo disponibili da subito al confronto sul merito, la nostra proposta vuole rafforzare la contrattazione collettiva. Ma questa non può scendere sotto la soglia dei 9 euro perché così non è lavoro è sfruttamento”.
Giuseppe Conte è ancora più stringato: “Il salario minimo legale non è uno slogan, è una misura necessaria a quasi 4 milioni di lavoratrici e lavoratori che si spaccano la schiena”.
Calenda, invece, parla in serata alla radio e ricambia la gentilezze di Meloni: “Una settimana fa avevo fatto appello a Giorgia Meloni: oggi è stato recepito, ho molto apprezzato il fatto che la premier abbia fatto riferimento a questo appello”.
Ma, cortesia a parte, è la linea politica del leader di Azione ad essere diversa da quella delle altre opposizioni: “Adesso si tratta di vedere che margini ci sono. Come sempre quando si entra nel merito il pregiudizio ideologico possono tradursi in un compromesso, lo spero almeno”. Un incontro con la premier dovrebbe esserci già “la prossima settimana”, dice. E, aggiunge, ora “possiamo fare due scelte: o andare allo scontro, farci sconfiggere perché non abbiamo la maggioranza, e poi sbandierare ‘noi abbiamo comunque presentato il salario minimo’ oppure cercare di farlo, e non è detto che ci riusciamo. Io sono per il secondo approccio”.
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