2 minuti per la lettura
Roma, 22 mar. (askanews) – Almeno 40 morti e oltre 100 feriti, ma il bilancio è destinato a salire dopo l’attentato nella Crocus City Hall di Podolsk, regione di Mosca. Prima una sparatoria, poi almeno due grosse esplosioni e un incendio che ha inghiottito la facciata e poi fatto crollare almeno parte del tettto dell’edificio dove si trova un sala poco prima di un concerto del gruppo Picnic, in programma alle ore 20 locali. Una macchina con esplosivo è stata ritrovata nel parcheggio. Gli attentatori sarebbero in fuga e un sospetto è stato arrestato, mentre con l’emergenza ancora in corso e il bilancio delle vittime tutto da precisare, il grande interrogativo è sulla matrice dell’attentato, chi possa averlo organizzato.
Un commando di cinque uomini (secondo alcune fonti tre) sarebbe entrato in azione con fucili automatici, e almeno una granata è stata fatta esplodere nel momento in cui verso la sala concerti stavano affluendo migliaia di persone (la Crocus City Hall ne può contenere 6.200 e c’era il tutto esaurito per il concerto di stasera). Gli uomini armati hanno fatto irruzione, aprendo il fuoco a bruciapelo sui presenti, riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti citando tetsimoni oculari.
Gli Stati Uniti non hanno alcuna informazione relativa alla sparatoria né a un primo esame sembra che sia coinvolta l’Ucraina, ha dichiarato il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale americano, John Kirby, poco dopo l’attentato.
Immediata la replica del ministero degli Esteri russo, tramite la portavoce Maria Zacharova: “se gli Usa hanno qualsiasi informazione al riguardo, devono passarla immediatamente a Mosca”, se non ne hanno, inutile fare ipotesi. Lo scorso 7 marzo gli Usa, seguiti da Gran Bretagna e poi gran parte dei Paesi europei, avevano diramato un’allerta attentati per Mosca.
“L’Ucraina non ha assolutamente nulla a che fare con la sparatoria, ha poi affermato il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak.
“La Russia ucciderà i dirigenti ucraini se sono legati all’attacco di Mosca” alla sala concerto della regione moscovita, ha dichiarato da parte sua l’ex presidente russo Dmitrj Medvedev, attuale numero due del Consiglio di sicurezza della Federazione russa.
Il Cremlino ha fatto sapere che il presidente Vladimir Putin “riceve costantemente rapporti da tutti i servizi competenti, informazioni su ciò che sta accadendo e sulle misure adottate”.
Per il leader russo è un colpo duro, a nemmeno una settimana dalla rielezione a un quinto mandato non consecutivo alla guida del Paese.
Oggi il portavoce presidenziale Dmitri Peskov ha detto che la “Russia è in guerra, tutti devono capirlo”, citando l’importanza della “mobilitazione interna”. E rilanciando le voci di una nuova mobilitazione di almeno 300mila uomini dopo le elezioni presidenziali, con l’obiettivo di prendere Kharkiv. L’attentato fuori Mosca rivela quantomeno serie falle nella sicurezza interna russa, con l’aggravante di una possibile fuga degli attentatori.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA