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Milano, 23 mag. (askanews) – L’arresto per una cospicua mazzetta e l’incriminazione del vice capo di stato maggiore di Mosca, in cima alla direzione principale delle comunicazioni (Gus) delle forze armate russe, il tenente generale Vadim Shamarin, segue di pochi giorni un significativo cambio ai vertici della Difesa, su decisione diretta di Vladimir Putin. E non è l’unico in questi mesi, nonostante i progressi sul campo di battaglia in Ucraina. “La lotta alla corruzione è un impegno coerente: questa non è una campagna, è un lavoro continuo” ha commentato il portavoce presidenziale Dmitry Peskov. Come quasi a testimoniare che non è il primo, l’unico, e neppure l’ultimo.
POLTRONA CHE SCOTTA
Shamarin ha 52 anni e un predecessore, anche lui arrestato per corruzione: l’ex vice capo di stato maggiore Khalil Arslanov nel 2020 è stato accusato di frode e corruzione. Nel giugno 2022 si è saputo che il caso si sarebbe svolto a porte chiuse: i materiali contenevano “segreti ufficiali”. Tra gli imputati figuravano l’ex capo del dipartimento degli ordini per il miglioramento delle basi tecniche del sistema di controllo delle forze armate russe, il colonnello Pavel Kutakhov, e l’ex rappresentante militare Igor Yakovlev. L’inchiesta ha presentato aspetti interessanti anche per gli osservatori esterni al Paese: si è scoperto ad esempio che alcuni dispositivi per la difesa – router e altre apparecchiature speciali da produttori russi – venivano solo assemblati in Russia, ma erano prodotti in Cina. In un giro complesso di corruzione che ha poi visto condannato un ex capo del dipartimento di pianificazione del Gus, il maggiore generale Alexander Ogloblin.
STAGIONE DI PURGHE
Tra aprile e maggio si sono verificati diversi arresti di alto profilo di funzionari del Ministero della Difesa russo. Il 24 aprile, il tribunale ha inviato il viceministro della Difesa Timur Ivanov in un centro di custodia cautelare. È accusato di aver intascato grosse tangenti. Lo stesso viceministro non ammette la colpa.
Il 14 maggio si è appreso dell’arresto del capo del dipartimento principale del personale del Ministero della Difesa della Federazione Russa, il tenente generale Yuri Kuznetsov, sospettato di aver ricevuto una grossa tangente. Una settimana dopo, l’ex comandante della 58a armata delle forze armate russe, il maggiore generale Ivan Popov, è stato arrestato nell’ambito di un procedimento penale per frode.
“Shamarin è dunque l’ultimo membro dell’elite militare russa ad essere preso di mira nelle purghe iniziate con l’arresto con l’accusa di corruzione del vice ministro della Difesa Timur Ivanov in aprile” ricorda Novaya Gazeta. “Diverse settimane dopo, anche altri due ufficiali di alto rango, il tenente generale Yury Kuznetsov e il maggiore generale Ivan Popov (21 maggio), furono arrestati con le stesse accuse”. Tutti e quattro rischiano fino a 15 anni dietro le sbarre se giudicati colpevoli.
DUE DETTAGLI
Shamarin ha assunto la carica di responsabile delle comunicazioni del Ministero della Difesa nel 2021. Secondo le indiscrezioni studiate da Agenstvo (media di opposizone russo), l’anno successivo, nel 2022, sua moglie Elizaveta acquistò una Mercedes-Benz AMG 53, ovvero una di quelle automobili europee di lusso che in genere vengono importate attraverso la Bielorussia e che ora l’Ue sta cercando di bloccare, con sanzioni indirette. E che l’alto ufficiale difficilmente poteva permettersi.
Shamarin è il terzo alto in grado del Ministero della Difesa sotto processo per corruzione dopo che Vladimir Putin ha affermato che lo Stato Maggiore “funziona ritmicamente, agisce con successo e qui non sono previsti cambiamenti” (15 maggio). Il giorno dopo questa dichiarazione, Kuznetsov è stato arrestato per corruzione. Cinque giorni dopo Popov. Il capo dello Stato, in particolare, aveva ricordato in quell’occasione il trasferimento di Sergei Shoigu dal Ministero della Difesa al Consiglio di Sicurezza e la nomina di Andrei Belousov a Ministro della Difesa, volendo evidentemente sottolineare che Valerij Gerasimov, capo di stato maggiore, restava al suo posto.
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