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Milano, 14 dic. (askanews) – Secondo Reporter Senza Frontiere (RSF), dal primo gennaio al primo dicembre 2023 sono stati uccisi 45 giornalisti sul lavoro e il numero è il più basso da oltre 20 anni. “Un calo nonostante tragedia di Gaza”, dice l’organizzazione sul suo sito. I dati si inseriscono nel dibattito su un tema molto caldo al momento, alla luce di quanto accade in Medio Oriente.
In base alle stime nel 2023 sono stati uccisi complessivamente 45 giornalisti in relazione al loro lavoro , 16 in meno rispetto al 2022. Si tratta del dato più basso registrato dal 2002. Nel 2012 e nel 2013 sono stati uccisi più di 140 giornalisti, principalmente a causa delle guerre in Siria e Iraq, dove quasi 600 giornalisti sono stati uccisi nello svolgimento delle loro funzioni dal 2003 al 2022.
“A Gaza, almeno 13 giornalisti sono stati uccisi a causa del loro lavoro dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas: un totale che sale a 56 se includiamo tutti i giornalisti uccisi nella Striscia di Gaza, impegnati o meno nel loro lavoro. In tutto il mondo, 521 giornalisti sono attualmente detenuti per motivi arbitrari legati alla loro professione (in calo dell’8,4% rispetto al 2022)” si aggiunge.
“Tra i civili a Gaza, i giornalisti stanno pagando un prezzo alto. Abbiamo constatato che il numero dei giornalisti uccisi in relazione al loro lavoro è altissimo: almeno 13 in un territorio così ristretto”, dichiara Christophe Deloire, segretario generale di Rsf.
Deloire afferma inoltre che RSF ha presentato una denuncia alla Corte penale internazionale (ICC) per chiarire se i giornalisti siano stati deliberatamente attaccati. “Abbiamo presentato una denuncia alla Corte penale internazionale (CPI) per stabilire i fatti e fino a che punto i giornalisti siano stati consapevolmente presi di mira”, dice.
E poi continua: “Su scala globale, sembra che il numero di giornalisti uccisi nello svolgimento del loro lavoro o in connessione con il loro lavoro sia in netto calo, da un lungo periodo di tempo” aggiunge. “Le ragioni? Misure di sicurezza nelle testate giornalistiche, formazione e dotazione di dispositivi di protezione, prudenza, effetti della lotta all’impunità e azioni delle organizzazioni intergovernative. Indubbiamente anche il lavoro delle ONG sta avendo un effetto”.
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