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Roma, 9 ott. (askanews) – Quella di oggi è stata la prima. La seconda sarà venerdì prossimo. Ma con ogni probabilità non sarà l’ultima volta. Il centrodestra ha deciso oggi di non partecipare ai lavori della Vigilanza che era chiamata a fissare la data del voto sulla ratifica della nomina di Simona Agnes come presidente del cda Rai, facendo mancare il numero legale. Ma lo farà con certezza anche venerdì prossimo, data in cui la presidente Barbara Floridia ha convocato una nuova riunione della plenaria forte del regolamento che prevede che si debba procedere “non oltre dieci giorni” dopo la nomina. Ma l’intenzione è quella di ‘disertare’ ancora nel caso ne venisse fissata una terza nel giro di altri sette giorni.
Tutto, della giornata di oggi e delle polemiche che ne sono seguite, racconta di un muro contro muro tra maggioranza e opposizione sui vertici di viale Mazzini. D’altra parte da tempo la minoranza – che pure si è spaccata in occasione del voto parlamentare sui consiglieri – fa sapere che non intende partecipare alla ratifica del presidente. Dunque, a Simona Agnes, fortemente voluta in quel ruolo da Forza Italia, continuano a mancare i due voti necessari a superare il quorum dei due terzi richiesto.
“È un fatto molto grave, non è mai successo in precedenza di non procedere ad un atto dovuto. C’è la volontà di bloccare la Vigilanza Rai”, commenta a caldo il capogruppo dem in commissione, Stefano Graziano. Lo scambio di accuse sui reciproci aventini, a maggior ragione dopo la scelta di ieri delle opposizioni di non partecipare all’elezione del giudice della Consulta, è inevitabile. “Quando decideranno di partecipare alle sedute, sia che si tratti di votare per gli organi della Rai sia che si tratti di votare per la Corte Costituzionale, sarà possibile condividere questa positiva esperienza. Ma dal momento che hanno deciso di mettere in atto un boicottaggio, non possono pensare di fare i propri comodi e di dare ordini a noi circa la nostra condotta”, attacca il capogruppo di Forza Italia, Maurizio Gasparri.
La strategia della maggioranza, al momento, è quella di continuare a prendere tempo nella convinzione che questo alla fine possa giocare a favore. Insomma, che – magari anche in virtù dell’esito delle elezioni in Liguria – qualcosa possa tornare a incrinare nuovamente il fronte del centrosinistra. L’idea è che, a conti fatti, il voto non si terrà prima di fine ottobre o inizio novembre.
Per questo, viene spiegato, quello di oggi è stato un segnale di forza – a cui ne seguiranno altri – nella speranza che a un certo punto la situazione dovrà necessariamente sbloccarsi. Nel centrodestra continuano a guardare al M5s, facendo affidamento sul fatto che alla fine Giuseppe Conte – che pure ha detto in tutti i modi che non intende votare Agnes – farà un’altra giravolta. Il rischio dello stallo però è concreto, soprattutto considerando che i pentastellati – spiegano sempre dalla maggioranza – si sentono abbastanza sicuri di poter comunque incassare l’ambita direzione del Tg3 dopo che Mario Orfeo la ha lasciata per assumere la guida di ‘Repubblica’. “Il tempo – spiega però chi nel centrodestra gestisce la pratica – è dalla nostra parte. E comunque, al momento, il consiglio di amministrazione è pienamente operativo”. L’idea di un cambio in corsa, di mettere in pista un altro nome, attualmente non viene presa in considerazione. “Non ho mai visto nessuno dimettersi. E comunque alla fine le opposizioni proverebbero a far passare il messaggio che non è Forza Italia ad aver subito uno smacco ma Giorgia Meloni”, è il ragionamento. Un rischio, che dopo ciò che ha portato all’ennesima fumata nera sulla Consulta, Fdi vuole decisamente evitare.
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