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Roma, 16 mag. (askanews) – La cooperazione tra Russia e Cina ha “possibilità e prospettive illimitate”, ha affermato Vladimir Putin a Pechino, dopo i colloqui con il collega Xi Jinping e la firma di una Dichiarazione congiunta “sull’approfondimento del partenariato globale e della cooperazione strategica” tra i rispettivi Paesi, affiancata da una serie di più concreti accordi bilaterali. Le parole del leader russo risuonano quella “amicizia senza limiti” annunciata assieme a Xi a pochi giorni dall’invasione dell’Ucraina nel 2022 e messa a dura prova dal conflitto. Eppure, Pechino continua a difendere le ragini russe per reclamare un approccio negoziale e in questa ottica si propone come possibile mediatore per arrivare alla fine del conflitto.

Xi Jinping da parte sua oggi ha parlato di “amicizia secolare” e di buon vicinato, la Cina, ha detto, vuole essere “partner affidabile” per la Federazione russa. Insomma, la visita del capo del Cremlino in occasione dei 75 anni di relazioni ufficiali è diventata vetrina dell’asse tra i due Paesi uniti dalla comune opposizione all’America non solo regge ma si rafforza. Per il leader russo è il primo viaggio all’estero dopo la rielezione, come è diventata prassi tra i due leader, giunti così al loro 42esimo vertice bilaterale.

Putin è arrivato ieri sera a Pechino e oggi è stato accolto con i massimi onori dal collega cinese su piazza Tienamen. I due leader si sono stretti la mano, hanno percorso assieme un suntuoso tappeto rosso e hanno assistito a una parata militare prevista per gli ospiti particolarmente importanti.

La dichiarazione congiunta passa in rassegna molti punti della collaborazione bilaterale, ribadisce la volontà di contrastare “i tentativi di ostacolare le relazioni bilaterali, interferire nei loro affari interni e contenere il loro potenziale economico, tecnologico e di politica estera”, chiaro riferimento alla politica di contenimento degli Stati Uniti. Nel documento spiccca il proposito di “continuare ad approfondire la fiducia reciproca e l’interazione nella sfera militare, nonché ad ampliare la portata delle esercitazioni congiunte e dell’addestramento al combattimento”, poichè lo sviluppo della cooperazione bilaterale in materia di difesa “rafforza efficacemente la sicurezza regionale e globale”.

Poi approfondimento delle relazioni commerciali, energetiche, lo spazio che non deve diventare dimensione di scontro tra potenze, una sottolineatura sulla difesa della “sovranità” di Siria e Libia e molto altro.

In campo energetico, Cina e Russia intendono adottare misure per “facilitare progetti energetici su larga scala implementati congiuntamente da imprese russe e cinesi e approfondire la cooperazione in settori promettenti come i mercati delle energie rinnovabili, dell’idrogeno e del carbonio”. Ma per ora non vi è traccia di avanzamenti verso la costruzione del gasdotto Sila Sibiri 2 (Forza della Siberia 2) che dvrebbe quasi raddoppiare le capacità di fornitura russe verso la Cina. Il gasdotto Forza della Siberia già esistente dal 2019 trasporta circa 22 miliardi di m3 l’anno. Gran parte degli analisti vede nel rinvio del progetto un indugio cinese ma anche a Mosca l’idea di agganciarsi con un altro tubo al mercato cinese suscita una certa apprensione.

Domani Putin sarà a Harbin, Nord-Est della Cina, città fondata dai coloni dell’impero zarista e che conserva costruzioni di quell’epoca.

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