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Roma, 3 ott. (askanews) – Il taglio dei parlamentari non ha scalfito la produzione di proposte di legge da parte di deputati e senatori, tanto che il numero di quelle depositate in media è superiore rispetto al primo anno della scorsa legislatura. Ma a farla da padrone, soprattutto se si va a guardare quelli convertiti in legge, è sempre il governo, che vede anche aumentare il numero delle richieste di fiducia. E’ quanto emerge da una ricerca (meramente quantitativa, viene sottolineato) prodotta dal centro studi Cuiprodest e illustrata oggi in Senato alla presenza del capigruppo di Fdi Lucio Malan, di quello della Lega Massimiliano Romeo, di Licia Ronzulli di Forza Italia, del presidente della prima commissione, Alberto Balboni (Fdi) e del capogruppo del Pd in commissione Affari costituzionali, Andrea Giorgis.
In particolare, nei primi 11 mesi di questa legislatura “sono state presentate 2.020 proposte di legge di iniziativa parlamentare, contro le 2.655 del primo anno della XVIII legislatura” che contava 963 parlamentari contro gli attuali 600. Questo vuol dire che “risulta una media di 3,36 proposte di legge per parlamentare, contro le 2,75 proposte presentate nella stesso periodo della precedente legislatura”. In entrambe le legislature, le prime tre aree tematiche per numero di proposte di legge sono, in ordine decrescente: affari costituzionali, giustizia e cultura/istruzione.
Guardando invece ai dati riferiti all’attività legislativa del governo – si legge nella ricerca – sono state presentate 91 proposte tra disegni di legge e decreti legge: questi ultimi sono 39, di cui 11 cosiddetti ‘omnibus’. Il governo Meloni ha posto la fiducia 9 volte al Senato e 20 alla Camera, contro le 6 volte al Senato e 11 alla Camera del Governo Conte I.
A guardare invece quante proposte sono arrivate ad approvazione, si scopre che ci sono state 52 nuove leggi, con un tasso di conversione in legge pari al 2,6%, contro l’1,8% della precedente legislatura. Inoltre, si osserva “la speranza di divenire legge dello Stato è pari al 70% per le proposte presentate dal Governo e al 30% per quelle presentate dai parlamentari, contro il 60% per le proposte governative e il il 40% per quelle parlamentari della precedente legislatura”.
In entrambe le legislature, il gruppo parlamentare più attivo nella presentazione di proposte di legge è stato quello misto/autonomie, ma ciò – a giudizio degli autori della ricerca – potrebbe trovare spiegazione nell’assenza di coordinamento partitico che è prerogativa plausibile degli altri Gruppi. Ponderando il numero di proposte presentate con il numero di seggi in Parlamento, l’attività dei gruppi di opposizione è sensibilmente maggiore rispetto a quella dei gruppi di maggioranza.
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