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Roma, 4 giu. (askanews) – Proseguono e si accentuano nel pomeriggio i cali dei prezzi del petrolio, innescati dalla decisione a sorpresa domenica scorsa da parte del cartello allargato degli esportatori di approntare un percorso di graduale rimozione degli attuali limiti all’offerta, che sono stati prorogati ma che dall’ottobre di quest’anno verranno via via attenuati fino al settembre del 2025.

Nel pomeriggio il barile di Brent, il greggio di riferimento del mare del Nord cala dell’1,16% a 77,43 dollari. A New York il West Texas Intermediate segna un meno 1,23% a 73,31 dollari. In entrambi i casi si tratta di valori non lontani dai minimi da inizio anno.

L’approccio dell’Opec+, su cui c’è un peso determinante dell’Arabia Saudita, potrebbe anche essere legato a considerazioni di natura geopolitica, in particolare la volontà di evitare di interferire con le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, con una linea che favorisca rincari dei prezzi dei carburanti.

Ma è anche chiara l’insofferenza di diversi paesi del cartello al fatto che i tagli alla loro offerta vengono sfruttati da altri produttori non allineati per accaparrarsi quote di mercato.

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