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Napoli, 11 nov. (askanews) – “Un partito vive se viene percepito dai cittadini, dalle imprese ed è un partito utile che ti aiuta a migliorare la tua condizione di vita, la tua condizione di lavoro. Se, sul lungo periodo, non è un’organizzazione utile, il partito muore. Non c’è niente da fare. Il partito oggi vive perché ha una grande tradizione, una grande memoria, ma non per le cose che fa e che propone che, dal mio punto di vista, sono assolutamente insignificanti”. A dirlo il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso della sua lectio alla Fondazione Mirafiore a Serralunga d’Alba (Cuneo).
“Allora – ha aggiunto De Luca – il discorso sul Partito democratico ha un valore dal punto di vista della democrazia italiana. Una democrazia che non ha una grande forza, autorevole, credibile di opposizione rinsecchisce e muore”. “L’Italia – ha argomentato il governatore campano – rimane un Paese ancora segnato da grandi fratture territoriali, sociali, culturali. E dunque c’è necessità di una forza politica nazionale che abbia senso del futuro, idealità. Se dovessi dire che oggi questa forza ce l’ha il Pd, non mi sentirei di dirlo. Allora bisogna combattere, cambiare le cose, avere coraggio”.
“Noi – ha ribadito – abbiamo una gruppo dirigente di ‘anime morte’ che hanno una sola preoccupazione: ‘quando e dove si devono candidare la volta successiva’, non so se è chiaro. L’Italia, il Sud, il lavoro, il destino del Paese non gliene frega niente. Allora dobbiamo combattere, non so dove arriveremo ma facciamo il nostro dovere. Io cerco, avendo una certa idea, di trasmettere quel principio a cui ho ispirato la mia attività politica da sempre e cioè la verità, per me, conta più della bandiera di partito. E’ chiaro? Per questo sono scomodo nel partito. Questo è il principio che dobbiamo affermare e chi non se la sente, vada al diavolo”, ha concluso De Luca.
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