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Roma, 17 ott. (askanews) – La commissione europea non vede margini per concordare una “golden rule” sugli investimenti, nella riforma del Patto di stabilità e di crescita, e il vicepresidente Valdis Dombrovskis ribadisce che il 3% sul deficit-Pil “è effettivamente il limite massimo, e non un obiettivo”, peraltro la proposta della Commissione “mantiene questa logica”, ha detto.

Dombrovskis è intervenuto nella conferenza stampa al termine dell’Ecofin, durante il quale si è tornati a discutere della revisione delle regole Ue sui conti pubblici. Interpellato sulle richieste di “golden rule”, cioè di scomputo delle spese per investimenti di altro tipo dal calcolo dei deficit, “la proposta della Commissione prevede già degli incentivi per gli investimenti, se vanno in linea con le priorità Ue – ha risposto -. Consente agli Stati membri di estendere il periodo di aggiustamento da quattro fino a sette anni”.

“Al tempo stesso stiamo ascoltando attentamente le discussioni tra i paesi membri e sulle nuove possibilità. Da quello che sentiamo – ha affermato – non ci sta nessun consenso vicino sulla cosiddetta golden rule”.

Dombrovskis è stato poi interpellato sulle dichiarazioni del ministro delle Finanze della Germania, Christian Lindner, che ha rimarcato come il 3% al deficit-Pil vada inteso come un limite massimo (il tedesco ha anche chiesto di creare un requisito supplementare al ribasso per “i tempi normali”).

“Vorrei sottolineare che il 3% è effettivamente un limite massimo nel sistema attuale”. E non un obiettivo: “nel sistema attuale gli obiettivi sono quelli strutturali di medio termine – ha ricordato Dombrovskis -. Il 3% è il limite e la nostra proposta mantiene questa logica. Quindi mentre gli Stati membri attuano i loro piani, che devono portare il deficit su una traiettoria di calo sostenibile, devono prudentemente mantenere i disavanzi sotto il 3% del Pil”.

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