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Roma, 24 lug. (askanews) – Le forze di opposizione che hanno sottoscritto la proposta sul salario minimo chiedono alla maggioranza il ritiro dell’emendamento soppressivo e confermano la volontà di andare in Parlamento già il 27 luglio a discutere nel merito della proposta, così come stabilito dalla conferenza dei capigruppo. Questo quanto deciso nella riunione che si è conclusa, a cui hanno partecipato i capigruppo alla Camera e nella commissione Lavoro di Pd, M5S, Azione e Avs. Presenti anche Riccardo Magi e Maria Cecilia Guerra.
“Qual è l’apertura sul salario minimo? Per noi contano le proposte concrete, cioè le posizioni in Commissione, le dichiarazioni, e non i retroscena o posizioni recuperate da qualche articolo di giornale”, ha spiegato il leader M5S Giuseppe Conte a margine di un convegno a San Macuto.
“La maggioranza e il governo hanno la possibilità di confrontarsi in Commissione con proposte concrete, finora non abbiamo avuto nulla, siamo ancora rimasti a chi parla di misura ideologica, sovietica, chi dice che è una forma di assistenzialismo”, ha sottolineato riferendosi sempre al salario minimo.
“Se ci sono contributi o emendamenti costruttivi li possiamo considerare, ma altrimenti non accettiamo rinvii, bluff e meline. Se ci sono proposte concrete certo che dialoghiamo, a noi interessa risolvere il problema e l’urgenza dei lavoratori”, ha concluso Conte
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