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Roma, 12 mar. (askanews) – Non si fermano le minacce e gli attacchi del gruppo Houthi dello Yemen alle navi in transito sul Mar Rosso, nonostante l’inizio del mese sacro musulmano del Ramadan. Nelle ultime ore due droni aerei sono stati abbattuti grazie all’intervento della nave italiana Caio Duilio, impegnata nell’area nell’ambito dell’operazione dell’Unione Europea Aspides. L’intervento dell’unità navale della Marina militare ha avuto luogo sulla base del “principio dell’autodifesa”, ha precisato il ministero della Difesa, ricordando che Aspides, d’altra parte, ha il compito di difendere la libertà di navigazione e le rotte commerciali. Dopo il suo intervento, Nave Duilio ha ripreso la propria attività nell’area.
Gli Houthi, intanto, sono tornati a minacciare nuovi attacchi durante il mese di Ramadan. Ieri hanno preso di mira la nave Pinocchio – “di proprietà di Singapore e battente bandiera liberiana”, secondo Centcom -. Il mercantile aveva segnalato “il rumore di un’esplosione nelle vicinanze” quando si trovava a sud-ovest del porto yemenita di Salif. Un attacco che ha provocato l’immediata reazione delle forze americane. L’agenzia di stampa ufficiale yemenita Saba ha riferito di raid statunitensi nel settore di Saada, nello Yemen settentrionale, che è sotto il controllo degli Houthi. Il Comando statunitense per il Medio Oriente ha poi confermato di avere effettuato sei attacchi che hanno “distrutto” un drone sottomarino e “18 missili balistici antinave” appartenenti al gruppo yemenita.
La “zona” del Mar Rosso “è diventata pericolosa”, ha confermato il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenendo all’evento LetExpo2024, organizzato da Alis. E’ in corso “un’evoluzione continua delle modalità di attacchi” da parte degli Houthi, che sono passati dalle azioni offensive ai mercantili a quelle nei confronti delle “navi militari”. E “anche questa notte gli attacchi sono stati condotti in modo diverso”, ha precisato Crosetto, dopo l’intervento della Caio Duilio che ha destato il plauso anche del vicepremier Antonio Tajani. “La Marina militare italiana garantisce la libera navigazione e protegge i nostri mercantili. Fieri dei nostri marinai!”, ha scritto su X il titolare della Farnesina.
Resta il fatto che il Mar Rosso e il Canale di Suez continuano a rappresentare uno “sbocco vitale” per l’economia italiana. Per questo la missione Aspides risulta “fondamentale”, ha detto Crosetto, secondo il quale bisognerà lavorare ulteriormente con tutti i partner per una soluzione definitiva al problema. “Dobbiamo arrivare con i nostri alleati a una soluzione in tempi brevissimi. Non basta l’approccio militare, la scorta alle nostre navi”, ha sottolineato. Bisogna “affiancare altri sistemi, interventi, trattative politiche e diplomatiche per far cessare gli attacchi, che non incidono come vorrebbero gli Houthi sulla guerra a Gaza ma sull’economia, in particolare italiana”.
Il ministro ha dunque rivolto un nuovo invito a cercare “ogni giorno” una “soluzione al problema” posto dagli Houthi, coinvolgendo il maggior numero di attori possibili. Tra questi, la Cina e l’India, due Paesi – insieme alla Russia – non direttamente coinvolti negli attacchi del gruppo yemenita. “Noi siamo partiti per primi, abbiamo denunciato i rischi per primi, siamo stati i primi che abbiamo inviato una nave, i primi che hanno voluto il coinvolgimento dell’Europa, i primi a volere che l’allargamento del problema vada anche alla Cina, all’India, a volere che diventi un problema globale, non soltanto di una parte del mondo”, ha precisato Crosetto. “Speriamo di ottenere un risultato nel più breve tempo possibile”.
Non si tratta, naturalmente, solo di far fronte a una minaccia militare. C’è anche un rischio di natura commerciale, di concorrenza sleale da parte di alcune compagnie navali, come quelle cinesi o russe, che possono trarre un vantaggio a lungo termine su quelle dei Paesi nel mirino del gruppo yemenita. In questa situazione, le compagnie cinesi e russe sono più sicure ed hanno meno costi, per esempio quelli legati alle assicurazioni, ha confermato Crosetto. Insomma, non si tratterebbe più o soltanto di un’azione in favore della popolazione palestinese assediata da Israele nella Striscia di Gaza, ma di una vera e propria “guerra ibrida a tutto il sistema economico occidentale, a favore di uno alternativo”. Un motivo in più per ribadire il “ruolo fondamentale della difesa”, ma anche la necessità di associare l’intervento militare europeo a scopo difensivo con “la diplomazia, la postura di uno Stato, le capacità di una nazione di dialogare da una parte e farsi rispettare dall’altra”.
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