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Maputo, 12 ott. (askanews) – Una missione “lampo” in Africa per consolidare il rapporto con due Stati, Mozambico e Congo, importanti per le strategie di approvvigionamento energetico, ma con il pensiero rivolto alla crisi in Medio Oriente. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni parte questa sera per il continente africano, per un viaggio inizialmente di due giorni e ora – dopo l’attacco di Hamas a Israele – ridotto a uno soltanto.

Domani mattina sarà dunque a Maputo, per incontrare il presidente Filipe Nyusi, subito dopo volerà a Brazzaville in Congo, per un colloquio a cena con il presidente Félix Tshisekedi, con cui ha già avuto un colloquio telefonico nell’aprile scorso. Subito dopo ripartirà per Roma. Insieme alla premier alla missione parteciperà l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi.

La crisi israelo-palestinese non pesa sulla missione solo per le preoccupazioni relative alla sicurezza esterna e interna, ma anche per le possibili ripercussioni a livello di approvvigionamento energetico. Per questo il doppio appuntamento, già programmato da tempo, assume un valore maggiore. Nella sua strategia di differenziazione energetica, l’Italia ha stretto un accordo fondamentale con l’Algeria, che adesso è il principale fornitore di gas. Algeri, però, si è schierata ufficialmente dalla parte di Hamas e anche se “al momento” a Palazzo Chigi non c’è “preoccupazione” per le forniture, non si possono escludere contraccolpi a seguito di una destabilizzazione dell’area. Per questo è importante il rapporto con Mozambico e Congo, rispettivamente secondo e terzo Paese del continente per l’approvvigionamento nazionale. Il Mozambico prevede una fornitura di 4,5 mld di metri cubi di gas liquefatto (Gln) per il 2024-2025, con prospettive di crescita. Dal Congo arriveranno invece fino a 1 mld di metri cubi per l’inverno 2023-2024 e poi fino a 4,5 mld.

Al di là della questione energetica, la doppia visita, sottolineano fonti italiane, si inserisce le quadro dei nuovi rapporti tra Italia e Africa, una priorità dell’agenda di Meloni, che sarà anche al centro della presidenza italiana del G7. La strategia, ricordano fonti italiane, è bidirezionale: da un lato fronteggiare la questione più urgente dei flussi migratori irregolari, dall’altro costruire nuovi rapporti di fiducia con i leader dell’Africa subsahariana, un processo iniziato con la Conferenza di Roma sulle migrazioni e lo sviluppo del luglio scorso.

Congo e Mozambico sono considerati esempi dell’approccio “paritario e non predatorio” al centro del cosiddetto ‘Piano Mattei’. Con il Mozambico l’Italia ha un legame di amicizia che data al 1975, quanto ha svolto un ruolo importante di mediazione nell’ambito della lotta di indipendenza dal Portogallo e nella conseguente guerra civile. Non a caso l’accordo di pace fu siglato a Roma il 4 ottobre 1992. Oggi il Mozambico è destinatario di rilevanti fondi per la cooperazione allo sviluppo. In Mozambico Eni è presente dal 2006. In particolare è operatore del Coral South FLNG, il primo progetto che mette in produzione le risorse a gas del Paese, e sta lavorando ad un secondo progetto di produzione e liquefazione di gas, Coral North. Nell’ambito del progetto di sviluppo Coral South, sono state avviate diverse iniziative per ampliare il contributo della forza lavoro mozambicana e delle piccole e medie imprese locali come il Programma di formazione professionale (budget totale di circa 5 milioni di dollari), che sostiene l’Istituto industriale e commerciale di Pemba. Nel febbraio 2022, Eni e il Ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale della Repubblica del Mozambico hanno firmato un accordo per la cooperazione e lo sviluppo di progetti agricoli nel Paese.

In Congo Eni è presente dal 1968 con attività di esplorazione e produzione. Nel novembre 2022 è arrivata la decisione finale d’investimento per Congo LNG, il primo progetto per la liquefazione e l’export del gas del Paese. Il gas prodotto da Eni Congo è destinato in via prioritaria a soddisfare la domanda di generazione di elettricità. La società ha contribuito anche alla costruzione delle centrali elettriche Centrale Electrique du Djéno (CED) e Centrale Electrique du Congo (CEC), alla riqualificazione dell’infrastruttura di trasporto dell’energia tra Pointe Noire e Brazzaville e all’ampliamento della rete di distribuzione di elettricità. E’ inoltre impegnata nello sviluppo della catena del valore dei biocarburanti e ha sviluppato diverse iniziative per contribuire alla diversificazione economica e per rafforzare l’accesso all’istruzione, alla salute, all’acqua.
Nell’aprile scorso Eni ha inaugurato il Centro di Eccellenza per le Energie Rinnovabili e l’Efficienza Energetica di Oyo, sviluppato in partnership con la Repubblica del Congo e Unido.

Oltre ad Eni, nei due Paesi operano altre importanti imprese italiane, come Msc impegnata nel settore della logistica in Congo. Nel 2022 con Maputo l’interscambio è stato di 917 mln di euro e con Brazzaville di 685 mln.

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