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Dubai, 2 dic. (askanews) – Sì all’uscita dai combustibili fossili, ma con “tempi sostenibili”; sì alla transizione verde, a patto che sia “ecologica e non ideologica”; apertura “pragmatica” al nucleare, anche se la “sfida” in questo campo è soprattutto quella della fusione. Questa la linea che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha portato alla Cop 28 di Dubai, da dove ripartirà domani mattina per una missione “lampo” a Belgrado.

Dopo la partecipazione, ieri, a due sessioni tematiche, la premier questa mattina è intervenuta nell’assemblea plenaria. “E’ un momento chiave del nostro sforzo per contenere la crescita delle temperature entro 1,5 gradi. Anche se ci sono ragioni per essere ottimisti – ha detto – l’obiettivo è lontano, la Cop 28 deve essere una svolta”. L’Italia, ha garantito, “sta facendo la sua parte nel processo di decarbonizzazione, lo fa in modo pragmatico, con un approccio di neutralità tecnologica, libero dal radicalismo”. Questo perchè “se vogliamo essere efficaci” serve “una sostenibilità ambientale che non comprometta la sfera economico-sociale: serve una transizione ecologica, non ideologica”. A Dubai la premier ha annunciato che l’Italia contribuirà con 100 milioni al fondo ‘Loss and damages’ destinato ai Paesi più esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici e confermato l’attenzione all’Africa, a cui sarà destinato il 70% dei 4 miliardi del Fondo clima italiano. In questi due giorni, ha detto, “si sono fatti importanti passi in avanti”, con “senso di responsabilità”, ricordando che gli sforzi di oggi vengono fatti “non per noi ma per quelli che verranno dopo di noi”, perchè come diceva Warren Buffet, “c’è qualcuno seduto all’ombra oggi perchè qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa”.

Parlando con i giornalisti, Meloni ha poi assicurato che l’uscita dai combustibili fossili è “un obiettivo che dobbiamo continuare a centrare”. Però, ha aggiunto, “la tempistica deve essere sostenibile: la sostenibilità climatica-ecologica deve camminare insieme alla sostenibilità sociale e alla sostenibilità economica altrimenti ci porta dritti alla deindustrializzazione”.

Alla Cop 28 si è affacciato anche il tema del nucleare con 22 Paesi (tra cui Usa, Francia, Giappone, Canada, Regno Unito) che hanno chiesto di triplicare la produzione di energia atomica entro il 2050 per raggiungere gli obiettivi di zero emissioni. Una posizione che, da Roma, è stata salutata oggi con favore da Forza Italia, mentre Matteo Salvini si è da sempre dichiarato favorevole. A chi le chiede se dunque l’Italia potrà imboccare nuovamente la strada del nucleare, Meloni risponde che non ha “preclusioni su nessuna tecnologia che possa essere sicura e possa aiutarci a diversificare la nostra produzione energetica”, però “non sono certa che cominciando da capo oggi l’Italia non si troverebbe indietro. Ma se ci sono evidenze del fatto che si possa invece avere un risultato positivo sono sempre disposta a parlarne”. Per la premier, però, la “grande sfida” è quella della fusione che potrebbe risolvere “tutti i problemi energetici” e su questo “l’Italia è piu avanti di altri”.

A proposito di energia, rispondendo ai giornalisti la presidente del Consiglio parla anche della fine del mercato tutelato. Il governo, garantisce, cerca “di capire soprattutto come si fa a impedire che le bollette aumentino”, ma la ‘colpa’, accusa, è di altri. “Prima del mio alleato Salvini – attacca – mi hanno chiesto di fare qualcosa quelli che ce l’hanno messa la riforma del mercato tutelato. La fine del mercato tutelato è stata stabilita dai governi Renzi e Gentiloni e votata dall’allora maggioranza del governo Draghi, io ho votato contro e contestato apertamente la fine del mercato tutelato mentre gli altri la votavano. Dopodiché, per blindarla, è stata inserita nel Pnrr e nella terza rata del Pnrr, che era un obiettivo già centrato quando siamo arrivati. Posso capire che il Pd abbia deciso che ha fatto una cosa sbagliata ma prima di spiegare a me come la risolvo perchè non chiedono scusa?”.

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