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Roma, 22 mag. (askanews) – Al termine di una nuova giornata di polemiche e di “pressing” da parte degli alleati, Giorgia Meloni convoca a Palazzo Chigi il vice ministro Maurizio Leo e “ritira” il decreto che ripristinava il redditometro.
Questa mattina, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, Leo aveva provato a difendere il provvedimento, su cui ieri erano insorte la Lega e Forza Italia. Il vice ministro di Fdi (che era atteso venerdì in Consiglio dei ministri per spiegare la ratio della decisione) assicurava che il ritorno “era un atto dovuto” ma che nella nuova versione si trattava di uno strumento “diverso, che viene incontro ai contribuenti onesti”. La stessa Meloni, sui social, garantiva che “nessun ‘Grande Fratello fiscale’ sarà introdotto da questo Governo”.
Parole che però non sono bastate a placare gli altri partiti del centrodestra. “Il Redditometro spero sia un passato che non torna”, ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e vice premier Matteo Salvini, mentre l’altro vice Antonio Tajani andava oltre: “Il redditometro è uno strumento obsoleto, che genera solo contenziosi, non risolve i problemi della lotta all’evasione fiscale, è in contrasto con la filosofia della riforma fiscale, quella di un fisco amico e non oppressore.
Quindi in Consiglio dei ministri chiederò di revocare questo provvedimento: presenterò una proposta per abolirlo”.
Una situazione di tensione difficilmente sostenibile fino al Cdm di venerdì mattina. Per questo, nel pomeriggio, la premier ha convocato nel suo ufficio Leo per un confronto faccia a faccia.
Al termine l’annuncio è arrivato con un video su Instagram.
“Nessun Grande Fratello Fiscale – ha ribadito Meloni nel video – sarà mai introdotto da Fratelli d’Italia, dal centrodestra, da questo governo. Noi siamo sempre stati contrari a meccanismi invasivi come il redditometro, applicati a persone oneste e la nostra posizione non è cambiata. Abbiamo ereditato una situazione però molto pericolosa nella quale non c’è alcun limite al potere discrezionale dell’amministrazione finanziaria di contestare incongruenze tra il tenore di vita e il reddito dichiarato. Da qui la necessità di emanare un decreto ministeriale che prevedesse precise garanzie per i contribuenti. Quel decreto ha però prodotto diverse polemiche. Allora oggi ho incontrato il viceministro Leo. Ci siamo confrontati sui contenuti del decreto che era stato predisposto dagli uffici del ministero dell’Economia e delle Finanze e siamo giunti alla conclusione che sia meglio sospendere questo decreto in attesa di ulteriori approfondimenti perché il nostro obiettivo è e rimane quello di contrastare la grande evasione e il fenomeno inaccettabile ad esempio di chi si finge nullatenente ma gira con il suv o va in vacanza con lo yacht senza però per questo vessare con norme invasive le persone comuni”.
Adesso, spiegano fonti di governo, viene “differita l’attività applicativa del decreto” e ci sarà un “successivo provvedimento normativo di revisione dell’istituto”.
Esultano Tajani e Salvini che rivendicano il successo della loro battaglia. “Sono molto soddisfatto – afferma il ministro degli Esteri – per la decisione di Giorgia Meloni di aver accolto la nostra proposta di bloccare il redditometro”. “Bene – per il leader del Carroccio – che il governo, come auspicato con grande chiarezza dalla Lega, abbia deciso di stoppare il grande fratello fiscale. Avanti con il buonsenso”. Resta, per la presidente del Consiglio, l’irritazione per un ‘pasticcio’ a poche settimane dalle elezioni europee.
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