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Roma, 7 mag. (askanews) – Stabilità della Libia, cooperazione
economica e migranti, nell’ottica del Piano Mattei, sono i punti al centro della missione in Libia della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, arrivata questa mattina a Tripoli. Con lei la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, il ministro della Salute Orazio Schillaci e il ministro dello Sport e i Giovani, Andrea Abodi.

A Tripoli Meloni vede il primo ministro del Governo di Unità Nazionale libico Abdul Hamid Mohammed Dabaiba e il presidente del Consiglio Presidenziale libico, Mohammed Yunis Ahmed Al-Menfi.
Successivamente andrà a Bengasi per incontrare il generale dell’Esercito nazionale Arabo di Libia, Khalifa Belqasim Haftar.

L’Italia è il secondo fornitore della Libia, con il 14,5% di quota di mercato, e il quinto mercato di destinazione dell’export libico. L’interscambio commerciale nel 2023 si è assestato sopra i 9 miliardi di euro. Eni è storicamente presente in Libia e continua a investire e a questo – sottolineano fonti italiane – si aggiunge un forte interesse delle imprese italiane, in particolare per quanto riguarda le grandi opere e le infrastrutture. Un consorzio italiano sta ricostruendo l’Aeroporto internazionale di Tripoli e diverse imprese italiane iniziano a essere presenti nelle diverse regioni libiche.
Tuttavia, per far fruttare pienamente questo potenziale che già esiste sono necessarie condizioni di sicurezza e di certezza legale. Il governo, nell’ottica del Piano Mattei, ha un “approccio a 360 gradi” e “mira a creare partenariati egualitari attorno a progetti concreti individuati di comune intesa”. Oggi saranno dunque sottoscritte alcune dichiarazioni d’intenti.

Sul piano della salute, la cooperazione è già avviata: bambini libici gravemente malati sono stati e saranno curati in Italia;
un’iniziativa per 3,2 milioni di euro ha permesso di sostenere tre ospedali pediatrici in Libia; 3 milioni di euro sono stati stanziati per attività di formazione rivolte al personale libico nell’ottica di creare sostenibilità a medio termine. La dichiarazione di intenti che sarà adottata dai due ministri della Salute mira a far progredire la cooperazione, favorendo un maggiore accesso alle cure indifferibili in Italia, soprattutto per i malati in età pediatrica, organizzando missioni di medici in Libia e aumentando ulteriormente le offerte di formazione, in Italia come in Libia, rivolte al personale libico della salute.
Sulla formazione, la dichiarazione di intenti che Bernini adotterà con la controparte libica definirà con maggior precisione gli ambiti di cooperazione prioritaria in vista di future più dettagliate intese. Tra le attività individuate vi sono l’aumento della mobilità internazionale di studenti, ricercatori e docenti, anche sfruttando programmi come Erasmus+, e attività di ricerca congiunta in settori chiave per le due Nazioni quali le energie rinnovabili, l’agri-food, la blue economy, la valorizzazione del patrimonio culturale, settore quest’ultimo in cui l’Italia ha tradizionalmente svolto un ruolo di primo piano in Libia. Sul versante dello sport e delle politiche giovanili, il ministro Abodi e i suoi omologhi hanno individuato come priorità la realizzazione e riqualificazione delle infrastrutture sportive di base nelle comunità libiche e lo sviluppo di programmi di volontariato e servizio per promuovere l’inclusione sociale giovanile. Attorno a queste priorità potranno quindi essere sviluppati dei progetti comuni, sfruttando anche le risorse del Piano Mattei.

Meloni affronterà anche il tema “chiave” della gestione dei fenomeni migratori su cui, sottolineano le fonti, c’è una cooperazione ormai “consolidata che ha prodotto significativi risultati”. La premier sottolineerà “l’esigenza di continuare sulla strada avviata, ampliando ulteriormente la cooperazione, anche in un’ottica regionale”. Per questo, lo scorso 2 maggio il ministro Piantedosi ha tenuto una riunione con Ministri degli Interni di Libia, Tunisia e Algeria per discutere il sostegno italiano a quelle nazioni per il contrasto al traffico di esseri umani, anche attraverso un approccio condiviso regionale. In un’ottica più generale, però, Meloni ritiene la Libia un “partner cruciale” nel quadro del Processo di Roma che mira ad affrontare le cause profonde dei movimenti migratori e solleciterà quindi un impegno libico all’interno dei gruppi di lavoro avviati all’interno dei quali nelle prossime settimane verranno individuati i primi progetti concreti da attuare in Africa.

Gli incontri saranno anche l’occasione per ribadire l’impegno dell’Italia per la “stabilità” della Libia, anche sostenendo gli sforzi di mediazione delle Nazioni Unite che dovranno condurre a elezioni presidenziali e parlamentari. Un impegno – si sottolinea – che si muove anche a livello internazionale, con i principali partner europei e atlantici, per promuovere un “approccio unitario e non divisivo della comunità internazionale verso la Libia”. In particolare, la presidente del Consiglio si è impegnata personalmente per rafforzare il dialogo tra Unione Europea e Libia, anche nel quadro del più ampio sforzo del Governo per un nuovo paradigma nei rapporti tra Ue e Nord Africa.

Ad Haftar, infine, Meloni ribadirà “l’importanza di far progredire il processo politico, preservando l’unità delle istituzioni libiche, e di lavorare per porre fine alla presenza di forze straniere sul suolo libico”. Discuterà anche della ricostruzione di Derna, colpita nel settembre 2023 da una devastante alluvione, ricordando l’impegno immediato dell’Italia, attraverso le Forze Armate, la Protezione Civile e gli aiuti umanitari, e sottolineando come il mondo imprenditoriale italiano possa offrire competenze preziose per l’attività di ricostruzione.

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