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Roma, 15 giu. (askanews) – “La storia della comunità LGBTQIA+, la nostra storia, è una successione infinita di resistenza, di lotte per i diritti fondamentali, di battaglie che ancora oggi purtroppo siamo chiamati a combattere. Ogni giorno attraversiamo gli spazi con orgoglio e sfrontatezza, sapendoci liberi, con la consapevolezza di ereditare questa libertà dalla nostra storia e dal coraggio della nostra comunità.È grazie a quella storia e a quel coraggio che riconosciamo quanto sta accadendo nel nostro Paese: derive autoritarie disseppellite dal cimitero della storia e che sono alimentate dal Governo più a destra della storia della Repubblica italiana. Un Governo che agisce in modo ignobile, non vergognandosi di adottare le armi della censura, della discriminazione di Stato, della repressione violenta, inquinando alla radice il tessuto sociale e lasciando segni indelebili sulle nostre vite. Da 30 anni nel Pride troviamo la forza di re-esistere.Da 30 anni, il Roma Pride è il nostro inno di resistenza e orgoglio, e continuerà a esserlo per sempre”.
Lo si legge nel “manifesto politico” della comunità italiana Lgtbqia+ pubblicato in occasione del Roma Pride che dalle 15 di ogg sfila per le vie della Capitale festeggiando 30 anni di vita del Gay Pride (la prima sfilata risale al 1994) con 40 carri e centinaia di adesioni fra associazioni enti ambasciate da piazza della Repubblica alle Terme di Caracalla. Sulle note di “Sinceramente” di Annalisa, inno e madrina del Pride numero 30.
“La nostra comunità si trova, ancora una volta, ad affrontare sfide e attacchi che non possono essere ignorati: attacchi contro la comunità trans, alla quale si nega spietatamente il diritto di esistere con strumenti giuridici da medioevo oscurantista;
attacchi contro le famiglie arcobaleno, che si vedono negare ogni diritto e riconoscimento da parte di forze politiche che si dicono a favore delle famiglie; attacchi contro le donne, alle quali viene impedito di decidere dei propri corpi in nome di un fanatismo religioso indegno di un Paese laico.
Di fronte a questa politica che vuole tornare ad un passato oscuro, con cui evidentemente il nostro Paese non ha ancora fatto i conti, e circondati da una società che spesso sembra volerci di nuovo nascosti, noi saremo la resistenza che invaderà le strade ed arriverà ovunque, perché ovunque serve la nostra voce. Il Roma Pride da sempre è più di una celebrazione. Da 30 anni la nostra parata è un atto di resistenza, un rifiuto deciso di arretrare, di lasciare anche solo un centimetro di spazio, di cederlo all’ignoranza e concederlo all’odio”.
“Ogni nostro passo- afferma il manifesto del Roma Pride 2024- è un’affermazione di identità, un grido di sfida contro chi vorrebbe negare la nostra stessa esistenza. Il nostro orgoglio è la più grande ferita che possiamo infliggere a chi vuole spezzarci, usando contro di noi le armi della discriminazione, dell’odio e delle narrazioni tossiche sulla nostra comunità”.
Anche per questo “il Roma Pride si schiera fermamente contro ogni forma di guerra e oppressione ed esprime la propria vicinanza e solidarietà a tutte le persone che vivono in contesti di conflitto. Le guerre sono la scelta del potere e di chi governa, ma a pagarne le conseguenze sono le popolazioni civili.Condanniamo con forza la catastrofe umanitaria in corso a Gaza che sta provocando innumerevoli vittime tra la popolazione palestinese. Chiediamo il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi, la protezione dei diritti umani e un processo di pace basato sulla soluzione di due popoli, due Stati. Allo stesso modo, esprimiamo solidarietà al popolo ucraino che combatte contro l’invasione russa”.
Infine, “rigettiamo ogni strumentalizzazione dei simboli e dei diritti LGBTQIA+ come strumenti retorici di propaganda bellica.
Lottiamo per la pace, il rispetto dei diritti umani e la solidarietà verso tutti i popoli oppressi.Nel Pride in ogni nostro grido che non conosce dolore ma solo forza, in ogni passo avanti nella nostra lotta per l’uguaglianza, noi troviamo la forza per continuare a gridare la nostra richiesta di pace”.
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