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Bruxelles, 22 gen. (askanews) – Il ministro israeliano degli
Esteri, Israel Katz, pare abbia molto deluso i suoi interlocutori dell’Ue, oggi a Bruxelles, dove era stato invitato per parlare della guerra e della crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, di come mettere fine al conflitto, garantendo la sicurezza d’Israele e rendendo possibile la convivenza pacifica con la popolazione palestinese nella Striscia e in Cisgiordania, con quella che per gli europei e la comunità internazionale è l’unica soluzione possibile, quella dei due Stati, a cui però il governo di Tel Aviv è contrario.

Oltre a diverse fonti a Bruxelles, lo ha fatto capire chiaramente l’Alto Rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Josep Borrell, durante la conferenza stampa di stasera al termine del Consiglio. Katz, che al suo arrivo aveva mostrato alla stampa delle foto di donne e bambini israeliani presi in ostaggio da Hamas, ai ministri degli Esteri dei Ventisette ha ribadito la posizione israeliana, secondo cui la ricostruzione di Gaza potrà avvenire solo dopo l’eliminazione di Hamas e la liberazione degli ostaggi, e ha poi ha mostrato due filmati, riguardanti due progetti che aveva già proposto diversi anni fa, quando era stato ministro dei trasporti e dell’energia.

I filmati riguardavano il progetto di una ferrovia del Medio
Oriente che colleghi Israele a Giordania, Arabia Saudita, Bahrein ed Emirati, e la costruzione di un’isola artificiale al largo delle coste di Gaza, con un porto, un aeroporto, una zona
industriale e un impianto di desalinizzazione dell’acqua marina.

Riguardo ai risultati della discussione, Borrell ha riferito che
i ministri dell’Ue hanno parlato “della situazione in Medio
Oriente, nelle sue linee generali. Naturalmente, la maggioranza
degli Stati membri ha ricordato che la loro posizione è quella di difendere un accordo definitivo basato sui due Stati, ma non
abbiamo parlato solo di questa soluzione, abbiamo parlato della
situazione a Gaza, degli aiuti umanitari e del loro ingresso a
Gaza insufficiente” per i bisogni della popolazione. Ma il
ministro israeliano, ha continuato l’Alto Rappresentante “ci ha
presentato un paio di video che c’entravano poco o niente con il
tema di cui stavamo discutendo”.

A una giornalista che chiedeva, ironicamente, se l’obiettivo di
Katz fosse quello di trasferire dei palestinesi sull’isola
artificiale, o quello di mostrare delle opportunità
d’investimento ai partner europei, Borrell ha riposto: “Abbiamo
avuto il piacere di vedere due video molto interessanti, uno su
un progetto di un’isola artificiale all’uscita di un porto, mi è
sembrato di capire, e un altro su un progetto di costruzione di
una linea ferroviaria che collegherebbe il Medio Oriente con
l’India, che abbiamo trovato anche molto interessante. Ma credo
che il ministro avrebbe potuto fare un uso migliore del suo tempo per preoccuparsi della sicurezza del suo paese e per l’elevato numero di morti a Gaza.

Nella replica a un’altra domanda sullo stesso tema, l’Alto
rappresentante ha ribadito il concetto: “Il ministro israeliano
ci ha spiegato i suoi progetti per isole artificiali al largo di
Gaza e per collegamenti ferroviari con l’India, progetti che
sembra siano stati immaginati da lui già sette anni fa, e quindi
non c’entravano molto con la discussione che oggi ci preoccupava”.

“Comunque gli Stati membri gli hanno detto tutti che secondo loro la soluzione per una pace permanente e duratura, che garantisca la sicurezza di Israele non solo con mezzi militari, ma anche attraverso la coesistenza con i suoi vicini, implica la creazione di uno Stato palestinese, visto che uno Stato israeliano non c’è bisogno di crearlo, perché esiste già. Questo – ha concluso Borrell – sicuramente non gli ha fatto cambiare idea; ma noi non ci aspettavamo il contrario”.

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