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Bruxelles, 12 ott. (askanews) – “A noi preoccupa che non ci sia
una escalation, che non ci siano persone che non c’entrano nulla
in questo scontro, come è successo ai coloni, ai bambini, ai
neonati israeliani, che rimangano in mezzo a quella che è una
legittima reazione da parte di Israele, che si è sentito
attaccato e deve difendersi”. Lo ha affermato il ministro della
Difesa, Guido Crosetto, parlando con i giornalisti a margine
della riunione dei ministri della Difesa della Nato, questo
pomeriggio nella sede dell’Alleanza a Bruxelles.

“Probabilmente – ha osservato Crosetto – la convivenza con Hamas,
che fino adesso è avvenuta in qualche modo e non aveva avuto
effetti così devastanti, adesso è impossibile. E quindi la
reazione di Israele adesso è assicurarsi il futuro; e il futuro
probabilmente comprende uno scontro con Hamas molto duro”.

“Questo può avere conseguenze? Noi ci auguriamo di no.
L’Italia – ha assicurato il ministro – farà di tutto perché siano
rispettati i diritti delle persone che non c’entrano nulla,
perché sono estranee a questa cosa. Io non sovrappongo Hamas al
popolo palestinese, li tengo ben distinti”.

“E soprattutto”, bisogna “che non ci sia un’escalation che incide
su un’area molto più vasta di quella su cui stiamo concentrando
adesso l’attenzione. Questo penso – ha detto Crosetto – che debba
essere l’obiettivo di tutta la comunità internazionale”.

Ma Israele, è stato chiesto al ministro, è d’accordo con i
corridoi umanitari, lascerà uscire i civili da Gaza? “Da quello
che ho sentito io, e dalle stesse dichiarazioni del mio collega
israeliano (Yoav Galant, che ha partecipato alla riunione della
Nato, ndr), è aperto ed è sempre stato aperto, non è mai stato
chiuso. E la possibilità fin dall’inizio è stata data a chiunque
volesse allontanarsi; bisogna agire in modo tale che le persone
intanto lo sappiano, e poi che in qualche modo riescano a
muoversi. E penso che questo sia l’obiettivo che deve garantire
soprattutto la comunità internazionale: chi vuole andar via deve
poter andar via immediatamente. Deve essere assicurato un
corridoio per uscire” da Gaza “e per trovare un posto dove poter
andare”.

A una domanda sulla possibilità che le forze di pace italiane
siano chiamate a partecipare alla predisposizione dei corridori
umanitari per uscire da Gaza, il ministro ha risposto: “L’Italia
non si è mai tirata indietro. Qualora fosse richiesto dalla
comunità internazionale, dall’Onu, un impegno italiano di pace di
questo tipo saremmo i primi a essere disponibili. Ma per adesso
nessuno ha chiesto nulla di simile”.

Quanto alle immagini sugli attacchi terroristici ai civili
israeliani che ha mostrato ai colleghi della Nato il ministro
israeliano Galant, “si tratta della violenza – ha riferito
Crosetto – con cui Hamas ha deciso di agire nei confronti di
bambini, neonati, donne anziane e giovani. Anche la guerra, nella
sua drammaticità, ha delle regole; quando si superano, si va al
di là di quello che è umano. Quindi è normale che la reazione da
parte di chi ha subito una ferita così forte sia una reazione
forte”.

C’è una possibilità di dialogo con Hamas per liberare gli
ostaggi? “Se c’è – ha osservato Crosetto – non è una cosa che può
affrontare la Nato. La possono affrontare alcune nazioni che
hanno un dialogo più facile con Hamas, non sono sicuramente la
Nato o le nazioni occidentali che hanno un dialogo con Hamas. Ci
sono nazioni che hanno un dialogo” con l’organizzazione
terroristica “e penso che spetti a loro cercare in ogni modo di
stemperare questa situazione drammatica”.

Ma dialogare con certi paesi, gli è stato chiesto ancora, non è
un segno di debolezza dell’Occidente? “Mi pare – ha replicato il
ministro – che parliamo con quegli Stati, da sempre, di altri
temi economici. Se non ci vergogniamo a parlare di temi
economici, o che riguardano l’energia, non vedo perché dovremmo
vergognarci a parlare di temi umanitari. I temi umanitari
travalicano le differenze, nel momento in cui deve prevalere la
ragione e non sicuramente l’ideologia”, ha concluso.

Loc

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