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Milano, 12 feb. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha espresso la sua contrarietà all’operazione su Rafah annunciata da Israele, e ha rilanciato invece la possibilità di una tregua di “almeno sei settimane” come conseguenza di un accordo sugli ostaggi cui gli Usa stanno lavorando.

Nelle dichiarazioni alla stampa dopo l’incontro alla Casa Bianca con il re Abdallah II di Giordania, Biden ha premesso che gli Usa “condividono con Israele l’obiettivo di sconfiggere Hamas”, ma ha anche sottolineato come siano “troppi, troppi, i 27 mila palestinesi uccisi inclusi migliaia di bambini. Ogni vittima innocente in Gaza è una tragedia, come è una tragedia ogni vittima israeliana”. Anche per questo la “grande operazione” militare preannunciata da Israele a Rafah “non dovrebbe avere luogo senza un piano credibile per la sicurezza e il sostegno dell’oltre un milione di persone che si rifugiano lì. Molte persone hanno dovuto spostarsi, più volte, scappando dalle violenze nel Nord, e ora sono concentrate a Rafah, esposte e vulnerabili: devono essere protetti. E fin dall’inizio abbiamo detto chiaramente che ci opponiamo a ogni evacuazione forzata di palestinesi da Gaza”. Anche per questo “oggi con il re abbiamo discusso di come aumentare gli aiuti umanitari”.

Biden ha poi spiegato che gli Stati Uniti stanno lavorando ad un “accordo sugli ostaggi” tra Israele e Hamas “che porti a un’immediata tregua a Gaza per almeno sei settimane, che dia il tempo di costruire qualcosa di più duraturo. Stiamo lavorando notte e giorno per una pace tra palestinesi e Israele”, che garantisca “sicurezza e dignità per entrambi”, ha detto Biden che ha ricordato come nei mesi scorsi “ho ricevuto richieste dal primo ministro Netanyahu e dai leader di Egitto e Qatar per portare avanti questo progetto. Gli elementi chiave dell’accordo sono sul tavolo ma ci sono ancora delle distanze. Continuiamo a lavorare per raggiungere un accordo e gli Stati Uniti faranno tutto il possibile affinchè ciò accada”, ha concluso sul punto.
Biden ha poi ribadito che “continueranno gli attacchi” americani contro le milizie supportate dall’Iran in Iraq e Siria.

Dal canto suo, re Abdallah II ha chiesto “un immediato e duraturo cessate il fuoco”, e ha sottolineato che le restrizioni sugli aiuti umanitari stanno portando a condizioni inumane”, facendo presente che “nessun’altra agenzia Onu può svolgere il lavoro che svolge l’UNRWA. Inoltre il re di Giordania ha denunciato la situazione nella West Bank e a Gerusalemme: circa 400 palestinesi sono stati uccisi nella West Bank dal 7 di ottobre, e tra questi quasi 100 bambini”. E ha ammonito: “La continua escalation da parte dei coloni estremisti e l’espansione degli insediamenti illegali scateneranno il caos nell’intera regione”.

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