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ROMA (ITALPRESS) – L’Oms considera l’infertilità una malattia e la definisce come “assenza di concepimento dopo sei mesi di rapporti sessuali non protetti nelle donne al di sopra di 35 anni e dopo 12 mesi nelle donne più giovani”. L’infertilità o subfertilità riguarda almeno il 15% delle coppie in Italia e il 10-12% nel mondo. La difficoltà a concepire è una patologia che riguarda l’uomo, la donna o entrambi: l’infertilità è sempre un tema di coppia. Con sterilità si definisce invece la presenza di un fattore maschile o femminile che rende impossibile il concepimento. Alla nascita l’individuo di genere femminile possiede una riserva ovarica di circa 400.000 ovociti, già notevolmente ridotta rispetto ai circa 2 milioni che lo stesso individuo di genere femminile aveva nei mesi precedenti durante la vita intrauterina. Il numero di ovociti si riduce in modo progressivo negli anni, ogni mese la donna perde almeno cento ovociti, tra questi la natura ne sceglie uno solo che ovulerà. quando il numero degli ovociti arriva a poche migliaia e la donna non ha più il flusso mestruale si parla di menopausa. L’avanzare dell’età, infine, è strettamento legato alla perdita di capacità riproduttiva della donna: a 30 anni la possibilità di concepire è intorno al 20%, a quarant’anni è inferiore al 10%. Questi i temi trattati dal professore Paolo Emanuele Levi-Setti, ordinario di ginecologia e ostetricia presso Humanitas University, direttore del dipartimento di ginecologia e responsabile dell’unità operativa complessa di ginecologia e medicina riproduttiva ‘Fertility Center’ dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Le cause dell’infertilità possono essere genetiche, quando proprio uno nasce con un problema riproduttivo, o acquisite con infezioni, lo stile di vita o interventi chirurgici – ha esordito – Alcune patologie, soprattutto quelle oncologiche che necessitano di chemioterapia, possono essere estremamente impattanti sulla perdita di queste funzioni. E’ un insieme di concause per cui più passano gli anni, più le persone cercano di avere una gravidanza sempre più in là negli anni per motivi sociali ed economici. Non solo: abbiamo appena concluso uno studio in cui siamo andati a vedere, nelle pazienti oncologiche che avevano potuto congelare una parte di patrimonio riproduttivo, perchè non erano ritornate per cercare la gravidanza – ha illustrato Levi-Setti – Il motivo principale era la mancanza di un uomo con cui scegliere di avere un figlio”.
Le coppie che non riescono ad avere un figlio possono rivolgersi al ginecologo specializzato, ma devono farlo per tempo senza tergiversare: “Uno specialista, che è un ginecologo con una formazione specifica in questo ambito, può in tempi rapidi e con esami modesti capire se è il caso di fare già qualcosa o se è possibile che la coppia cerchi ancora la possibilità di una gravidanza – ha spiegato – Il problema del tempo di ricerca e dell’età della coppia, non solo della donna, sono una delle condizioni per cui spessissimo si arriva troppo tardi”. E per contrastare l’infertilità negli ultimi vent’anni la ricerca ha fatto passi da gigante: “C’è uno studio che ci dice che se noi abbiamo una donna che ha un numero sufficiente di uova possiamo fare uno sviluppo dell’embrione, una diagnosi pre-impianto e andare a mettere nell’utero un singolo embrione che nel momento in cui la donna riesce a sostenere la gravidanza ha in questo caso le stesse possibilità di giungere a un esito positivo, dunque la nascita di un bambino sano, come se le uova fossero quelle di una donna giovane – ha specificato il professore – In età avanzata aumentano le possibilità che la gravidanza non arrivi e purtroppo aumentano in modo esponenziale che questa gravidanza vada invece male. Gli aborti spontanei sono prevalentemente genetici e giungono al di sopra dei 42-43 anni con tassi superiori al 70%”.
“Chi ha la fortuna di trovare una gravidanza più avanti negli anni comunque dà vita a una generazione quasi tutta di figli unici, la ricerca del secondo figlio o del terzo spesso diventa poi impossibile”. Infine, Levi-Setti, che in oltre 40 anni di carriera ha visto nascere con il suo aiuto oltre ventimila bambini, ricorda come alla base dell’infertilità non vi siano cause di natura psicologica: “Non è lo stress che rende difficile l’arrivo della gravidanza, ma semmai rende povera la qualità del sesso – ha aggiunto – Il numero di rapporti si riduce: la natura è fatta bene, associa la qualità del sesso alle probabilità di concepire, ma la testa non c’entra. In ogni momento del ciclo quasi nessun giorno ha possibilità zero, per cui cercare con meccanismi costosi e stupidi il momento ottimale per il rapporto distrugge la coppia e non funziona – ha concluso – Ci sono giorni in cui è più probabile in cui avvenga un concepimento, ma nessun giorno ha possibilità zero”.
– foto Italpress –
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