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Bruxelles, 17 giu. (askanews) – Al via a Bruxelles, con circa due ore di ritardo, la riunione informale del Consiglio europeo per aprire la trattativa sui top jobs. L’avvio della cena di lavoro è stato ritardato per consentire alle delegazioni dei partiti di maggioranza – Ppe, Socialdemocratici e Liberali – di incontrarsi per lavorare al ‘pacchetto’ di nomine. Il summit prevede che la presidente della Commissione uscente Ursula von der Leyen tracci un bilancio dei 5 anni di attività. Poi i membri del Consiglio (senza la stessa von der Leyen) discuteranno delle nomine.

La proposta per la guida della Commissione spetta al Ppe, in quanto primo partito. I Popolari presenteranno quindi la proposta di conferma di von der Leyen e di Roberta Metsola come presidente dell’Europarlamento. Per la guida del Consiglio in pole position sembra esserci l’ex primo ministro socialista portoghese Antonio Costa (su cui perà i Popolari avrebbero ancora dei dubbi). Kaja Kallas, attuale premier estone, sarebbe indicata dai Liberali per la casella dell’Alto Rappresentante Ue per la Politica estera. Dato che c’è una “maggioranza stabile” l’obiettivo è trovare un accordo “nel più breve tempo possibile”, ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Da parte sua Giorgia Meloni gioca una partita per ottenere che all’Italia venga “riconosciuto il giusto peso”, come ha detto al termine del G7. Questo, in soldoni, significa una vicepresidenza e un commissario con deleghe importanti, come spiegato anche oggi dal vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Quello che conta – ha detto a margine del summit Ppe – è avere un vicepresidente e un commissario di serie A. L’Italia non può non avere una vicepresidenza, va chiesta e l’Italia ha diritto ad averla, è stato un errore non chiederla” nella scorsa legislatura.

Anche di questo Meloni ha parlato con il presidente uscente del Consiglio Charles Michel oggi pomeriggio. La premier è arrivata già questa mattina all’hotel Amigo, dove ha incontrato l’ex premier polacco Mateusz Morawiecki, l’indipendentista fiammingo Johan Van Overtveldt e Viktor Orban con cui ha parlato, ha spiegato il portavoce del premier ungherese, “dei risultati elettorali” esaminando anche “le questioni politiche riguardanti la destra europea, i compiti futuri per il Consiglio europeo e i piani dell’Ungheria per la sua prossima presidenza dell’Ue”.

Se le richieste saranno soddisfatte, Meloni potrà dare il via libera alla Commissione, pur restando all’opposizione nell’Europarlamento.

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