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Roma, 19 lug. (askanews) – Quattro milioni di firme per i referendum della Cgil su lavoro e sicurezza raccolte in 1.036 scatoloni portati davanti alla Corte di Cassazione con tre furgoni. Una delegazione della confederazione, guidata dal segretario generale Maurizio Landini, le ha depositate al Palazzaccio: un milione di firme per ciascuno dei quattro quesiti.
La campagna referendaria è partita il 25 aprile con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle persone che per vivere devono lavorare. Il lavoro deve essere tutelato in quanto diritto costituzionale, sostiene la Cgil. Deve essere sicuro, perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile, perché la precarietà è una perdita di libertà.
“Quattro milioni di firme. Quattro milioni di cittadini che chiedono di poter votare e cambiare leggi sbagliate; affermare la libertà nel lavoro e nella vita; libertà di non essere precari e sfruttati; di non morire sul lavoro; di avere una sanità che funzioni. E’ una domanda molto forte in un Paese dove il 50% non va a votare. I cittadini firmano perché vogliono che il loro voto conti e che il loro giudizio possa cambiare la situazione”. Ha detto il leader della Cgil. “La Cgil si è messa a loro disposizione – ha aggiunto Landini – oggi inizia una fase nuova che può portare a votare 25 milioni di persone per cambiare questo Paese e rimettere al centro il lavoro, i diritti e la liberà della persone”.
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