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Roma, 21 mag. (askanews) – La presidente della Bce si è detta fiduciosa sul fatto che nell’area euro l’inflazione sia stata riportata sotto controllo, confermando come altamente probabile un primo taglio dei tassi a giugno, ma ribadendo anche che non ci sono scelte predeterminate per quello che sarà il successivo percorso di riduzione dei tassi.

“Nessun obbligo, nessun impegno (predeterminato) ma è il caso che se i dati che riceviamo rafforzano i livelli di fiducia che che raggiungeremo il 2% di inflazione nel medio termine, che è il nostro nostro compito, allora ci sta una forte probabilità” che a giugno i tassi vengano tagliati, ha detto rispondendo ad una domanda in una intervista alla Tv irlandese Rté.

Sul quanto verranno tagliati i tassi a giugno e come verranno stabiliti nelle successive riunioni del Consiglio direttivo “non posso dirlo perché dobbiamo essere legati ai dati – ha spiegato – ed è una decisione collettiva che viene presa da tutti i membri del Consiglio. Ed è molto difficile fare previsioni sul nostro percorso dopo il primo taglio”.

Lagarde ha parlato di tre grandi elementi di incertezza: sull’economia globale e su quella europea, sui salari, sul “come progrediscono. E, terzo, come gli utili delle imprese assorbono i salari e non vengono scaricati sui prezzi al consumo”.

In generale “sono veramente fiduciosa che abbiamo messo l’inflazione sotto controllo, perché alcuni dei fattori che hanno avuto un forte impatto” come la crisi energetica e le strozzature nelle catene di approvvigionamento globali sono svaniti. “Le previsioni che abbiamo per il prossimo anno stanno davvero andando molto vicine al target, se non proprio al target. Quindi sono fiduciosa che siamo in una fase di controllo”, ha detto.

Guardando alle decisioni della Federal Reserve, che invece non sembra intenzionata a tagliare i tassi a breve “teniamo strettamente sotto controllo tutte le decisioni di politica monetaria nel mondo, e ovviamente la Fed gioca un ruolo cruciale per le dimensioni dell’economia e del mercato finanziario Usa, e perché ha un impatto sulle condizioni finanziarie nel mondo, ma guardiamo anche alla Banca d’Inghilterra e alla Banca del Giappone e a altre”.

Infine, interpellata sull’ipotesi di un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca (su cui in precedenza aveva espresso allarmismi con modalità che avevano suscitato polemiche) “è una questione che sta agli americani decidere. Quello che so è che per i fatti e dato il suo programma, avrà conseguenze per l’Europa, per le quali ci dobbiamo preparare perché siamo forti e siamo una grande area economica. Dobbiamo essere guide (leader) – ha concluso – non seguaci (follower)”.

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