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Roma, 9 mar. (askanews) – L’Abruzzo domani va al voto per scegliere il nuovo presidente della Regione e per rinnovare il Consiglio regionale. Dopo il risultato a sorpresa in Sardegna, che ha visto imporsi per una manciata di preferenze Alessandra Todde, espressione del centrosinistra, provocando una crisi interna alla maggioranza di governo del Paese, l’esito delle urne abruzzesi sembra configurarsi come un match decisivo: una sorta di gara di ritorno di una finale di Champions, con il ‘campo largo’ in vantaggio per 1-0.

A contendersi lo scranno più alto di Palazzo Silone a L’Aquila saranno il governatore uscente, Marco Marsilio, sostenuto da tutto il centrodestra (FdI, Lega, FI, Noi Moderati, UdC e Democrazia Cristiana con Rotondi e la lista civica Marsilio Presidente) e lo sfidante, Luciano D’Amico, appoggiato da una coalizione di centrosinistra (Pd, M5s, Azione, Alleanza Verdi e Sinistra con Democrazia Solidale, Italia Viva, Psi, +Europa e la lista civica Abruzzo Insieme). Una sfida secca a due one to one che non lascia margini: domenica sera direttamente dalle urne uscirà uno vincitore e uno sconfitto.

Gli ultimi giorni di campagna elettorale hanno catapultato all’ombra del Gran Sasso i pezzi da novanta dei due schieramenti, a cominciare dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che assieme al leader della Lega, Matteo Salvini e al segretario Nazionale di FI, Antonio Tajani, ha partecipato a un evento a Pescara a sostegno dell’uscente Marsilio che esclude “un effetto domino”. Per D’Amico abruzzese doc, ex rettore dell’università di Teramo, sono arrivati da Roma, la segretaria del Pd, Elly Schlein, il presidente di M5s, Giuseppe Conte, il leader di Azione, Carlo Calenda, e da Cagliari anche la neo governatrice della Sardegna, Todde giunta in Abruzzo “per mandare a casa questa destra”.

Sono 1.214.984 (619.921 donne e 595.063 uomini) i cittadini aventi diritto di voto. Nel 2019, alle ultime elezioni, ha votato il 53,11%, vale a dire 643.287 persone su 1.211.204. I candidati in lista erano tre: Marsilio per il Cdx, che ottenne il 48% dei consensi, Giovanni Legnini per il Cs, che si fermò a 31% e Sara Marcozzi per M5s, al 20%.

Le urne saranno aperte dalle 7 alle 23. Lo spoglio inizierà subito dopo il termine del voto.

Il Consiglio regionale è composto da 31 membri, con sette consiglieri per le circoscrizioni dell’Aquila, Teramo, Pescara, e otto consiglieri per Chieti. Oltre ai 29 consiglieri eletti nelle liste circoscrizionali, entreranno a far parte di diritto dell’Assemblea, il presidente eletto e il candidato alla carica di presidente che si è piazzato al secondo posto.

L’elettore nell’urna ha tre opzioni: può votare un candidato presidente e il voto non si estende alle liste ad esso collegate; può votare una lista e il voto si estende anche al candidato presidente ad essa collegato; può votare un candidato presidente e una delle liste ad esso collegate. Non è consentito il voto disgiunto: sarà considerata nulla la scheda con il voto per un candidato presidente e per una lista diversa da quelle a lui collegate. Si possono esprimere una o due preferenze per i candidati a consigliere della lista prescelta. In caso di voto con due preferenze queste devono essere di genere diverso (per una donna e per un uomo, ma sempre della stessa lista); in caso contrario la seconda preferenza è nulla e resta valida solo la prima.

Diventa presidente della Regione il candidato governatore che ottiene il maggior numero di preferenze valide. Non è previsto il ballottaggio perché in corsa sono solo in due. La legge elettorale prevede un sistema proporzionale con una soglia di sbarramento per ogni lista all’interno di una coalizione fissata al 2% dei voti.

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