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Capri, 18 apr. (askanews) – Missili americani Patriot e sistemi Samp/T franco-italiani. Per l’Ucraina sono “la priorità numero uno” e la comunità internazionale sembra pronta a soddisfare le richieste di Kiev, da un punto di vista del sostegno militare, politico e della ricostruzione. Al tavolo dei ministri degli Esteri del G7, riuniti a Capri, tutti concordano: occorre inviare un segnale alla Russia e al suo presidente, perché – ha spiegato Antonio Tajani – “se vincerà la guerra, Vladimir Putin non parteciperà mai a negoziati di pace”. Il messaggio politico atteso al termine della ministeriale, su cui stanno lavorando gli sherpa, è dunque chiaro: è arrivato il momento di fornire al presidente Volodymyr Zelensky ciò che chiede. “L’Ucraina è sotto attacco e va sostenuta con decisione e a tutti livelli, mentre lavoriamo per definire un percorso che porti a una pace duratura. Una pace giusta che si lega a doppio filo con la ricostruzione del paese”, ha commentato Tajani, confermando che i Sette Grandi sono favorevoli “in linea di principio all’utilizzo dei beni sequestrati” alla Russia. “Ma serve la base giuridica per farlo”, ha precisato.
Dmytro Kuleba, il ministro degli Esteri di Kiev, è arrivato a Capri per forzare la mano. Con gli Usa, ma anche con Francia e Italia. Sono loro ad avere ciò che serve all’Ucraina: “Patriot e Samp/T sono gli unici sistemi capaci di intercettare i missili balistici russi” e di assicurare “una vera svolta alla guerra”. E allora non c’è tempo da perdere, perché “dopodomani può essere tardi”, è il messaggio lanciato da capo della diplomazia ucraina. Un sentimento di urgenza condiviso a Capri dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. “Stiamo lavorando con tutti i nostri alleati e chiediamo loro di fornire sistemi di difesa aerea come i Samp/T franco-italiani, ma anche altri”, e “a quelli che non ne posseggono chiediamo di fornire sostegno finanziario” all’Ucraina, ha detto, parlando di “necessità impellente e fondamentale”.
D’altra parte, anche a Kiev sanno che non è una questione di disponibilità. Nelle ultime settimane ci sono stati segnali positivi su nuovi impegni della Nato. La Germania ad esempio, rappresentata a Capri dalla ministra Annalena Baerbock, ha già assicurato un’altra batteria di missili Patriot. “Abbiamo i sistemi antimissile” e “non possiamo lasciarli nei depositi”, ha incalzato l’alto rappresentante Ue Josep Borrell che, come da prassi, partecipa ai lavori del G7. “Dobbiamo sostenere l’Ucraina più velocemente e meglio, offrendo una copertura aerea”, ha sottolineato, invitando l’Europa ad assumersi le sue responsabilità senza contare soltanto sul contributo americano.
Borrell non lo dice esplicitamente, ma è un messaggio indirizzato soprattutto a Francia e Italia, che hanno sviluppato il Samp/T nell’ambito di un programma congiunto a partire dagli anni 2000. Una batteria è già stata fornita a Kiev ed è operativa.
Certo, anche Washington avrebbe risorse e mezzi per tentare di cambiare le sorti alla guerra, come richiesto da Kiev. E non è un caso che uno dei primi incontri di Kuleba a Capri sia stato proprio con il segretario Antony Blinken. Il capo della diplomazia americana ha insistito sulla “urgenza” per la Camera dei rappresentanti americana, dominata dall’opposizione repubblicana, di approvare un nuovo pacchetto di aiuti all’Ucraina, da tempo bloccato. In questo momento, ha evidenziato, è urgente che “tutti gli amici e i sostenitori” di Kiev facciano ogni sforzo per continuare a fornire ciò di cui ha bisogno per difendersi dall’aggressione russa. Per gli Stati Uniti ciò significa adottare la richiesta di “bilancio supplementare”, per l’Europa mettere sul piatto ciò di cui si dispone: i Samp/T, appunto, ma non solo. Secondo quanto si è appreso, una delle possibilità che il nostro Paese potrebbe eventualmente prendere in considerazione sarebbe quella di un finanziamento di una linea di credito per l’acquisto di F-16, aerei sui quali l’aviazione ucraina ha già ricevuto un apposito addestramento. Siamo di certo nel campo delle ipotesi, che confermano però come il tema della copertura aerea per l’Ucraina sia diventato centrale e urgente tra le cancellerie occidentali, negli Stati Uniti, in Ue, nel G7 e nella Nato.
Da Mosca, intanto, filtra quasi indifferenza. Nulla cambierebbe, secondo il Cremlino. Nessuna di queste forniture, ha spiegato il portavoce della presidenza russa Dmitry Peskov, sarebbe in grado di influenzare in alcun modo l’esito definitivo dell’evoluzione della situazione sul fronte. “Tutti gli specialisti, e anche gli pseudo-specialisti, ora vedono senza filtri la situazione al fronte, che è tutt’altro che favorevole alla parte ucraina, quindi nulla può cambiare la situazione”, ha detto. Una conferma, indiretta e a distanza, del fatto che la Russia di Putin non intende arretrare. Kiev è attesa da una lunga estate di guerra. Lo sa anche Kuleba: difendersi “è una questione di vita o di morte”.
(di Corrado Accaputo)
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