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Roma, 29 gen. (askanews) – Nella conferenza stampa finale della conferenza Italia-Africa, elevata per la prima volta al rango di vertice, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni trova un alleato di ferro nel presidente dell’Unione africana Azali Assoumani. La premier ha insistito sul fatto che il vertice, di cui il piano Mattei costituisce il nucleo, non è una “scatola chiusa ma un’idea da condividere”, e che la stessa conferenza di oggi è stata pensata proprio per verificare che l’idea fosse “condivisibile”.
“Quella che noi abbiamo presentato oggi è una filosofia – aveva detto la premier poco prima, nell’intervento conclusivo dei lavori – e rimane soprattuto un modello di cooperazione che siamo disponibili a portare avanti con tutte le nazioni che dovessero essere interessate. E’ un lavoro – aveva aggiunto – che doveva passare da un’iniziativa come questa per approfondire le proposte e i contributi perché non abbiamo una scatola chiusa da presentare ma abbiamo un’idea da condividere e abbiamo atteso questa conferenza per capire se questa idea era condivisa e condivisibile anche dai nostri interlocutori, perché è un lavoro che si può fare solamente insieme”.
Un percorso dunque, un punto di partenza, a differenza di quanto lamentato stamane dal presidente della Commissione
dell’Unione africana, Moussa Faki, il quale in apertura dei lavori, prendendo la parola dopo Meloni, aveva detto sul Piano “avremmo auspicato di essere consultati”, anche perché l’Africa “non si accontenta più di semplici promesse che spesso non vengono mantenute”.
“Nessuno può contestare il Piano Mattei”, è un progetto “molto buono”, che “bisogna rendere concreto” e che “non si fa in un giorno, un mese, un anno”, ha però sottolineato Assoumani rispondendo, nella conferenza stampa a fianco di Meloni, a una domanda sul mancato coinvolgimento del Continente sul Piano Mattei denunciato da Faki.
Assoumani ha spiegato che il piano dovrà essere “rivisto e adattato in futuro”. “Bisogna attuarlo” e poi “fare un bilancio della sua attuazione”, ha insistito, ritenendo che le parole di Faki, “che conosco bene”, ha sottolineato, possano essere state “mal interpretate”. “È un piano che non può essere contestato, ci saranno adattamenti da fare e attuare. Ma non ci sono contestazioni” su questo, ha tagliato corto.
Il vertice di oggi, ha assicurato Meloni, anche lei sollecitata sulle dichiarazioni di Faki, “può essere sembrato una cosa chiusa ma non lo è, il vertice è un passaggio, forse sono stata troppo concreta e ho dato l’idea che fosse già definito, ma l’Italia vuole condividere disegno che ha in mente, il vertice definisce il lavoro, è un’iniziativa che è un passaggio”, ha assicurato la premier.
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