X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

Roma, 10 ott. (askanews) – Il Parlamento italiano vota su Israele dopo gli attacchi di Hamas ma non con un testo unico: si divide sulle risoluzioni (alla Camera, dopo l’informativa del ministro degli Esteri Antonio Tajani) e mozioni (al Senato, dove Tajani è intervenuto solo in replica dopo la discussione generale). Il risultato di giornata è una sostanziale unità sulla linea espressa dal responsabile della diplomazia italiana: “C’è un solo e unico responsabile” delle violenze in Medio Oriente, “è Hamas”. Gli eventi, sottolinea Tajani, rappresentano un “gravissimo atto di aggressione, privo di giustificazione, che ha riacceso un conflitto con conseguenze devastanti”. L’ipotesi di un documento unitario tramonta nella mattinata ma i distinguo fra i diversi gruppi non impediscono al Governo di dare parere favorevole su tutti i documenti, compresi quelli di opposizione, con l’eccezione di un paragrafo di quello Pd-M5S-AVS. Sono approvati quindi i testi presentati da Azione-Iv, dai gruppi di maggioranza FdI-Lega-FI-Cd’I, da Pd-M5S e AVS e da +Europa.

A nome del Governo si registra la soddisfazione del ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che fa notare il “lavoro complesso e lungo, si rischiava un diluvio di risoluzioni a un certo punto, ma la cosa positiva è che siamo riusciti a contenerle con la buona volontà di tutti, anche grazie alla mediazione nostra e del ministro Tajani”. Ma che il tema porti con sé i semi di nuovi possibili scontri polemici tra maggioranza e opposizioni lo testimonia il commento serale fatto trapelare da fonti del centrodestra, che oltre alla “grande soddisfazione” per il voto del Parlamento e per il “grande senso di responsabilità” delle forze politiche, punta il dito sul gruppo di alleanza Verdi Sinistra che “ha deciso di astenersi sulla risoluzione di maggioranza perché incapace di condividere ‘l’impegno del governo a evitare che i fondi arrivino ad Hamas’ e la più ferma ‘condanna a qualsiasi forma di antisemitismo’ compreso quello di matrice islamica e quello che mira alla scomparsa dello stato di Israele”. Ma secondo il capogruppo M5S al Senato, Stefano Patuanelli, la responsabilità della mancata unanimità parlamentare ricade sulla maggioranza. “Avrei preferito – scandisce in aula – che in questo frangente tutto l’arco costituzionale di Camera e Senato riuscisse a lavorare per un testo unitario. E se ciò non è stato possibile, è perché c’è stata una fuga in avanti dei partiti di maggioranza, che hanno annunciato già da sabato la presentazione di una mozione qui in Senato, rendendo quasi superfluo il ruolo delle opposizioni”.

Le visioni diversificate sul conflitto mediorientale increspano, nel corso del dibattito nei due rami del Parlamento, la superficie dell’unità sostanziale nella condanna dell’offensiva lanciata da Gaza e lasciano trapelare le differenze anche fra le diverse aree di opposizione. A Montecitorio la segretaria del Pd sottolinea la condanna “senza ambiguità” dell’azione di Hamas contro Israele, chiede di rilanciare la formula “due popoli, due Stati” ma sottolinea la necessità di “un’azione politica forte dell’Unione europea e dell’Italia”. Bisogna lavorare, afferma, “affinchè la reazione sia condotta in maniera tale che il diritto internazionale venga riaffermato e ribadito”. Alla Camera Angelo Bonelli di AVS ribadisce “solidarietà al popolo israeliano, duramente colpito da un attacco terroristico efferato ” ma, avverte, “la reazione non può essere bombardare la popolazione civile e togliergli cibo, acqua e luce, lo dice oggi anche l’Onu che non può essere una punizione collettiva”. Mentre al Senato Carlo Calenda, leader di Azione, avverte che non c’è spazio per i distinguo pacifisti: “Tentazioni di posizionamenti terzisti e pose da ‘Stati non allineati’, squalificherebbero il nostro paese e la nostra posizione tra le grandi democrazie del mondo”. La solidarietà è “con Israele senza se e senza ma”.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE