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Roma, 21 nov. (askanews) – E’ battaglia in OpenAI dopo il cambio al vertice. Sia i dipendenti della compagnia che ha sviluppato il modello di generazione linguistica ChatGPT, all’avanguardia nel settore dell’Intelligenza artificiale di consumo, che i venture capitalist che hanno contribuito a lanciare la società, sono sul piede di guerra e chiedono la testa dei membri del consiglio d’amministrazione, oltre che il ritorno al timone del co-fondatore Sam Altman.
Secondo quanto scrive Evan Morikawa – uno dei manager che sono attivi nella campagna – su X, ieri sera il numero dei dipendenti di OpenAI che hanno firmato una lettera nella quale minacciano di passare a Microsoft se tre componenti del congilio non si dimetteranno, consentendo così il ritorno di Altman, hanno raggiunto quota 743 su 770. Tra loro c’è anche Ilya Sutskever, un co-fondatore di OpenAI, che si è anche scusato per aver avuto un ruolo nel siluramento di Altman. “Ora – ha scritto su X – rimpiango profondamente la mia partecipazione alle azioni del consiglio. Non ho mai avuto intenzione di danneggiare OpenAI. Amo tutto ciò che abbiamo costruito insieme e farò tutto il possibile per riunire l’azienda”.
Altrettanto – secondo il Financial Times – i capitalisti di ventura che hanno finanziato la start-up potrebbero assumere “un’azione legale”, senza meglio specificare in che forma e contro chi.
Di fronte a questo, il consiglio d’amministrazione sembra non voler cedere e mettere alla prova la reale volontà dei dipendenti di tenere il punto ed eventualmente di mollare OpenAI. Tutto questo mentre Altman non sembra essere troppo insoddisfatto della nuova posizione che il numero uno di Microsoft, Satya Nadella, gli ha assegnato: capo della ricerca IA della compagnia, che detiene il 49% di OpenAI. “La massima priorità mia e di Satya rimane quella di garantire che OpenAI continui a prosperare”, ha twittato Altman. “Ci impegniamo a fornire piena continuità delle operazioni ai nostri partner e clienti. La partnership OpenAI/Microsoft lo rende molto realizzabile”.
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