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Roma, 17 nov. (askanews) – Appuntamento domenica 19 novembre con i protagonisti del Gran Finale del REF2023. Un tour de forse musicale che a partire dalle 17 si diffonderà in tutte le sale dell’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone” all’insegna della contaminazione.
Apre la giornata Qudus Onikeku, tra i più interessanti esponenti della scena coreografica internazionale, impegnato, in Sala Petrassi, con la seconda replica (debutto il 18 novembre alle 21) del suo folgorante “RE:incarnation”: un rituale collettivo in cui si intrecciano l’idea di tempo non lineare della cultura yaruba e i canoni della performing arts della cultura europea. Dall’inferno al paradiso, dalla metropoli all’incontaminata foresta, Re:incarnation chiama a raccolta i suoi urban della nuova scena musicale nigeriana e introduce i ritmi che animeranno l’intera giornata.
È un dialogo musicale quello costruito alle 18.30 in Teatro Studio Gianni Borgna da Ballaké Sissoko e Lorenzo Bianchi Hoesch, tra gli artisti più rilevanti della scena etnica e jazz. Il loro “Radicants” è ancora una volta un dialogo tra tradizione e innovazione, elettronica e musica acustica, Europa e Africa, un percorso di relazione volto alla costruzione di un unico universo sonoro.
Sono i suoni dell’acclamato Bombino, ad abitare alle 20 la Sala Sinopoli. L’acclamato artista, definito “la stella più luminosa del desert blues”, torna al REF per presentare dal vivo il suo ultimo album Sahel e conquistare il pubblico con il suo stile inconfondibile, meditativo e terroso, energico e coinvolgente.
Chiude la serata alle 21.30 l’atteso ritorno della regina dell’afrofuturismo Fatoumata Diawara, vera e propria icona della contaminazione, capace di spaziare dall’afrobeat al jazz, dal pop all’elettronica senza mai tradire le sue radici. l’artista presenta live il suo ultimo album “London Ko”, prodotto con Damon Albarn.
Inaugurato il 6 settembre, il festival presieduto da Guido Fabiani con la direzione generale e artistica di Fabrizio Grifasi, ha proposto 138 appuntamenti e 300 repliche di spettacolo in più di due mesi di programmazione. Oltre 500 artisti hanno disegnato e abitato “le geografie del nostro tempo”, crocevia della creazione nazionale e internazionale, luogo di confronto, di scambio e dialogo tra generazioni, estetiche e linguaggi, restituendo il senso del titolo scelto per questa edizione, partecipata da 55.000 presenze complessive.
“Ancora una volta Romaeuropa afferma la sua propensione all’ascolto del presente e la sua capacità di disegnare una mappa geografica articolata in cui si incontrano i grandi maestri della creazione contemporanea, l’attenzione al repertorio nazionale e internazionale e lo sguardo verso il futuro raccontato dalle più giovani generazioni. Una fotografia composita delle arti del nostro presente a cui ha risposto un pubblico altrettanto composito ed eterogeneo”, ha affermato Grifasi.
“Siamo molto felici di questi risultati – ha proseguito Fabiani – Romaeuropa torna a rendere l’Italia e la sua capitale centro del dialogo e del confronto della cultura nazionale dello spettacolo con la creatività internazionale. Il viaggio che sta per concludersi è stato possibile grazie al supporto del Ministero della Cultura, della Regione Lazio, di Roma Capitale e della Camera di Commercio di Roma e si è articolato in altrettanti percorsi costruiti in rete con le più prestigiose realtà nazionali e internazionali. Sono state parte di questa geografia la Maison Van Cleef & Arpels con il suo programma Dance Reflections, Flanders State of the Art che ha istaurato con noi un dialogo triennale che ci accompagnerà fino al 2025, la Fondazione Ernst von Siemens, e ancora il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e tutti i teatri e le istituzioni culturali nazionali e internazionali operanti sul territorio che hanno partecipato e accolto il festival: il Fonds Podiumkunsten e l’Ambasciata dei Paesi Bassi per il programma FuturoPresente, il Cantone e la Città di Ginevra e l’Istituto Svizzero, l’Accademia Tedesca Roma – Villa Massimo e il Goethe-Institut, l’Istituto Cervantes e l’Ambasciata di Spagna per il programma ACE PICE nell’ambito del Semestre di presidenza spagnola del Consiglio dell’Unione Europea, Institut Français – La Francia in scena – Fondazione Nuovi Mecenati e Villa Medici – Accademia di Francia a Roma, l’Adam Mickiewicz Institute e il Ministero della Cultura Polacco oltre alla rete Aerowaves cofinanziata dall’Unione Europea. A loro il nostro ringraziamento”.
Romaeuropa Festival torna con la sua trentanovesima edizione dal 4 settembre al 17 novembre 2024.
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