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Bruxelles, 20 set. (askanews) – La Commissione europea ha proposto oggi a Bruxelles di rinnovare per altri 10 anni (cinque in meno della durata massima possibile di 15 anni) l’autorizzazione all’uso del principio attivo del Glifosato, l’erbicida più usato nell’Ue e nel mondo, e anche uno dei più controversi. Nel 2015, infatti, un organismo scientifico dell’Organizzazione mondiale della Salute (Oms), lo Iarc, aveva classificato questa sostanza come “probabilmente cancerogena”.
Successivamente, tuttavia, l’Autorità europea di sicurezza alimentare (Efsa) aveva smentito il verdetto dello Iarc, negando la presunta cancerogenicità del Glifosato, e di conseguenza la Commissione nel 2017 aveva proposto e ottenuto il rinnovo della sua autorizzazione per cinque anni, poi prorogati a sei.
L’attuale autorizzazione dura fino a metà dicembre, e l’Esecutivo comunitario conta di riuscire a ottenerne il rinnovo per 10 anni prima di questa scadenza.
La proposta della Commissione si basa su una nuova valutazione di rischio con cui l’Efsa, nel luglio scorso, ha concluso che l’uso del Glifosato come erbicida non presenta alcuna “area critica di preoccupazione” per la salute umana e animale e per l’ambiente, e che non ci sono prove della sua geno-tossicità, avvertendo però che ci sono alcuni aspetti su cui la mancanza di dati certi non consente conclusioni sicure, in particolare riguardo a certi possibili effetti eco-tossici o a rischi per i piccoli mammiferi.
La Commissione chiede comunque agli Stati membri di rispettare alcune “condizioni appropriate”, nell’autorizzare l’uso dell’erbicida, contemplando anche alcune restrizioni. Ad esempio, dovranno essere considerati i rischi di dispersione (“spray drift”) su altre piante del Glifosato applicato tramite spruzzatore, con effetti indiretti sulla biodiversità (un problema che riguarda tutti gli erbicidi), e si dovrà cercare di limitare i rischi legati all’uso “non professionale” della sostanza.
Inoltre, l’impiego del Glifosato potrà e dovrà essere minimizzato o proibito dagli Stati membri nelle aree pubbliche come parchi e giardini di scuole e ospedali, e limitato (con zone tampone larghe da 5 a 10 metri) in prossimità di specchi d’acqua o aree in cui sono presenti acque sotterranee poco profonde.
Sarà proibito l’uso di quest’erbicida per il disseccamento delle piante prima che siano oggetto del raccolto (una pratica non inusuale). Anche se questa misura non potrà essere applicata ai cereali provenienti da colture in paesi extra-Ue, come il Canada, saranno effettuati controlli alle frontiere dei residui di Glifosato nelle derrate importate, ha assicurato oggi una fonte della Commissione.
Infine, anche se la sostanza attiva sarà autorizzata in tutta l’Ue, resta comunque la possibilità per tutti gli Stati membri di limitare o proibire l’uso dei prodotti commerciali che la contengono, insieme ad altri ingredienti (“co-formulant”), prodotti che devono comunque essere autorizzati a livello nazionale.
La proposta verrà ora sottoposta al processo decisionale relativo degli atti esecutivi della Commissione (la “comitologia”), che prevede innanzitutto, a metà ottobre, un voto dei rappresentanti degli Stati membri nella riunione del Comitato permanente su piante, animali, cibi e mangimi. I rappresentanti dei Ventisette possono approvare o respingere la proposta, ma solo a maggioranza qualificata.
Successivamente, se non si raggiunge una maggioranza qualificata né favorevole né contraria, è previsto un voto in appello. Se anche dopo questo secondo voto non ci sarà maggioranza qualificata (almeno 15 paesi che rappresentino almeno il 65% della popolazione dell’Ue), la Commissione potrà procedere da sola e adottare la decisione.
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