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Roma, 6 set. (askanews) – L’ex ministro dell’Ambiente giapponese Shinjiro Koizumi, figlio dell’ex primo ministro Junichiro Koizumi, ha annunciato oggi la sua attesa candidatura alle prossime elezioni per la leadership del Partito liberalemocratico (LDP), cioè di fatto alla guida del governo nipponico.
Koizumi – secondo quanto scrive l’agenzia di stampa Kyodo – si è impegnato a ristabilire la fiducia degli elettori, “accelerando” le riforme interne a un partito fortemente debilitato dal recente scandalo sui fondi politici usati in maniera irregolare.
Shinjiro Koizumi ha 43 anni ed è una delle figure emergenti all’interno del LDP. Secondo i sondaggi è il favorito del pubblico più generale per la guida del paese, ma le dinamiche interne al partito che dagli anni ’50 guida in maniera quasi ininterrotta il paese sono piuttosto arcane e legate alle correnti (habatsu). Koizumi jr., in ogni caso, ha chiarito che, se diventerà leader del partito, scioglierà la Camera dei Rappresentanti, la camera bassa e più potente della Dieta, “il prima possibile”.
Le elezioni presidenziali del LDP si svolgono dopo l’annuncio inatteso della decisione del primo ministro Fumio Kishidadi non concorrere.
Il padre di Koizumi, Junichiro, è stato popolare primo ministro dal 2001 al 2006. I sostenitori di Koizumi jr. sperano che possa aiutare a rinnovare l’immagine del LDP, ma diversi osservatori lo considerano poco esperto e di peso politico troppo leggero.
Nel sistema giapponese, il capo del partito di maggioranza diventa in maneira quasi automatica anche primo ministro. Entrambe le camere della Dieta sono controllate da una coalizione tra il Partito liberaldemocratico e il partner minore, il partito buddista Komeito (legato al gruppo laico Soka Gakkai).
Quelle che si terranno il 27 settembre saranno le elezioni presidenziali LDP più affollate da quando nel 1972 è stato adottato questo sistema elettorale. Sono già scesi in campo diversi pesi massimi del partito: il 63enne capo di gabinetto Yoshimasa Hayashi, di fatto il portavoce del governo ed ex ministro della Difesa, degli Esteri, dell’Agricoltura e dell’Istruzione; l’ex ministro della Difesa Shigeru Ishiba, 67 anni, che ha annunciato già il mese scorso che farà il suo quinto e “ultimo” tentativo di diventare leader del partito; il ministro per il Digitale, il 61enne anticonformista Taro Kono, che ha presentato la sua candidatura per la seconda volta; l’ex ministro della sicurezza economica Takayuki Kobayashi; Toshimitsu Motegi, il numero 2 attuale del partito ed ex mente economica del governo del defunto ex premier Shinzo Abe; il parlamentare Shigeharu Aoyama. Potrebbero inoltre annunciare la candidatura anche la ministra per la Sicurezza economia Sanae Takaichi e la ministra degli Esteri Yoko Kamikawa. Il Giappone non ha mai avuto un premier donna.
Per candidarsi alla presidenza, un esponente politico deve ottenere il sostegno di almeno 20 parlamentari del partito, un ostacolo facilmente superabile per alcuni dei pesi massimi.
Solitamente le elezioni interne a cui non si candida il presidente uscente solleticano gli appetiti delle fazioni e risultano piuttosto affollate.
Gli ultimi esempi sono stati i cinque candidati del 2012 e i quattro del 2021. E’ probabile quindi che parta un corteggiamento serrato dei parlamentari per riuscire ad arrivare alla soglia dei 20 e, in questo, le fazioni (habatsu) sono fondamentali, anche se molte di queste si sono formalmente sciolte in seguito allo scandalo dei fondi neri.
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