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Roma, 13 lug. (askanews) – Il Fondo monetario internazionale mette in rilievo la necessità di proseguire gli sforzi in Francia per riportare entro il 2027 il deficit di bilancio sotto il 3% del Pil – la soglia limite confermata anche nel nuovo Patto di stabilità e di crescita dell’Ue – e per fissare la traiettoria del debito pubblico su una direzione di chiaramente discendente, l’opposto di quella che l’istituzione prevede. Nel comunicato diffuso al termine della missione di ispezione annuale nell’Esagono, i direttori del Fmi rimarcano le importanti riforme del sistema pensionistico e dei sussidi di disoccupazione e la necessità di proseguire con le riforme strutturali per sostenere lavoro e produttività.

La presa di posizione, tuttavia, avviene proprio mentre le elezioni anticipate volute dal presidente Emmanuel Macron hanno avuto come esito quello di aumentare la frammentazione e l’incertezza politica. E secondo diversi analisti, per cercare di creare una nuova coalizione di governo che tenga fuori le forze ritenute più estremiste, a destra e a sinistra, Macron finirà per dover fare delle concessioni che andranno a spese proprio del risanamento dei conti pubblici. E forse anche della contestata e sofferta riforma del sistema pensionistico.

Ad ogni modo al momento il Fmi prevede per la Francia una crescita economica dello 0,9% quest’anno, dell’1,3% il prossimo e dell’1,5% nel 2025. Il deficit è atteso in limatura al 5,2% quest’anno e poi al 5% nel 2025 e al 4,6% del 2026. Il rapporto tra debito pubblico e Pil è invece stimato salire dal 109,9% del 2023 al 111,3% quest’anno, al 112,8% il prossimo e al 113,5% nel 2025.

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